Il passaggio repentino tra Marrakech e Montecarlo e le diverse condizioni atmosferiche e ambientali si sono fatte sentire. Questo il principale ostacolo oggi per Matteo Berrettini che non ha avuto il tempo materiale di abituarsi ad una temperatura molto più bassa (inferiore di almeno 25 gradi) e all’altura. Nonostante l’attesa e la gioia di ritrovare l’amato torneo monegasco, in cui Matteo e di casa perché vive a Montecarlo e vi si allena, l’azzurro non è mai riuscito a trovare il meccanismo e il ritmo adatti per dar fastidio a Kecmanovic (66 ATP) il quale, peraltro, ha offerto una prestazione pressoché perfetta, “la migliore finora per lui sul rosso” secondo un giornalista serbo.
Comunque, niente paura. Nonostante Matteo abbia perso e nettamente – 6-3 6-1 in un’ora e 15 minuti – ci sono tante sensazioni positive e tanto orgoglio per lo splendido percorso che sta compiendo da quando è tornato a gareggiare dopo i vari infortuni.
“Il vero problema oggi è stato l’adattamento alle condizioni, ci sono 25 gradi di differenza. L’altura si è fatta sentire e fondamentalmente sentivo che non riuscivo a fare male con il mio gioco” ha ammesso l’azzurro. “Lui giocava meglio di me, era più solido; non ho fatto in tempo ad ambientarmi alle condizioni. Ci ho provato in tutti i modi fino all’ultimo punto; ovviamente dispiace tanto perché è un torneo a cui tengo particolarmente ma sono super orgoglioso di quello che ho fatto la settimana scorsa. È uno sport così, purtroppo non concede tempo. Però mi dispiace tantissimo e ci tengo tanto a ringraziare il torneo per la wild card, tutte le persone che sono venute, lo stadio era pieno e mi sarebbe piaciuto fare meglio ma questo è quello che è successo oggi e devo accettarlo“.
Nonostante la sconfitta, complessivamente tante cose stanno funzionando per Berrettini, la condizione fisica è buona, la motivazione grandissima: “sono tanto ogoglioso del cammino che sto facendo perché era tanto tempo che non giocavo quattro tornei di fila, con così tante ore in campo, con questa fisicità, senza mai sentirmi troppo stanco; tra Phoenix e Marrakech c’è stata differenza perché in America ho terminato la settimana molto più stanco, e a Marrakech stavo bene; e poi qui non ho perso perché ero stanco fisicamente ma perché non sono riuscito ad adattarmi e lui ha giocato molto meglio di me. Per questo sono molto felice, e tutto ciò mi fa guardare in modo molto positivo al futuro. Non credo che molte persone avrebbero detto che sarei tornato a giocare così, me compreso, e a vincere un titolo. Non è per niente facile. Siamo molto orgogliosi come team in generale. Ovvio che dispiace molto per la partita di oggi, non sarebbe normale se non fosse così, non possiamo essere contenti di una sconfitta ma ci sono tantissime cose positive”.
Tanto entusiasmo ed energie positive, dicevamo, confermate dal tennista romano, che ha condiviso con i media “la grande gioia di scendere in campo, non vedevo l’ora, anche perché mi alleno tutto l’anno qui e conosco tante persone; poi, allo stesso tempo, sapevo che ci sarebbero state tantissime difficoltà perché sono arrivato ieri nel tardo pomeriggio, mi sono allenato un’oretta e stamattina sono stato dieci minuti con Lorenzo Sonego sotto l’acqua e questo è stato tutto l’adattamento a Montecarlo. Le condizioni diverse le ho sentite; in partita ho provato ad inventarmi qualsiasi cosa, ho tentato di andare un po’ più a rete, ho provato a fare tutto quello che potevo e purtroppo non ci sono riuscito. Gli scambi lunghi? Non sono stati il vero problema; ad un certo punto ho urlato al box “mi sento di giocare su Marte!” Era come se stessi su un altro pianeta a causa delle condizioni difficili per me“.
Un altro aspetto positivo di questa “rinascita” di Matteo consiste nel lavoro con il nuovo allenatore Francisco Roig. Cosa c’è di nuovo rispetto al lavoro svolto con Santopadre? “Stiamo lavorando su tantissime cose per fortuna; è molto difficile paragonare due allenatori così diversi però caratterialmente sono molto simili perché entrambi sono molto simpatici e mi fanno stare bene. Mi sono accorto che questa è una prerogativa, non sono troppo da generale di ferro perché sono già io generale con me stesso. Però stiamo lavorando molto sull’ampiezza dei colpi e sullo stare alti; infatti ho cambiato alcune cose, i gesti tecnici sono un po’ più ampi e meno stretti; ho guadagnato molta profondità col rovescio e cerco di giocare lungo, cerco di mettere più peso sulla palla e di essere più aggressivo pur restando elastico. Insomma, ci sono tante cose ed è stato un cambiamento abbastanza drastico però sta andando bene e sono molto contento del lavoro che stiamo facendo”.
A Matteo è stata attribuita una wild card a Roma, così come a Fognini. Tuttavia, ora come ora, c’è comunque un pensiero sull’erba in ottica Wimbledon? “Non direi che non sia vero e penso ancora che il mio tennis sull’erba sia di alto livello; però preferirei non parlarne per scaramanzia e per non pensare troppo al futuro; anche perché quando ci pensavo sono accadute cose non belle. Ma non ho mai nascosto che Wimbledon sia uno dei miei tornei preferiti e che lì riesca a trovare un’energia e stimoli diversi. Però per ora penso fondamentalmente alla terra anche perché in fondo sono due anni che non ci gioco quindi giocare a Roma, al Roland Garros e a Madrid sono obiettivi molto molto importanti per me, per poi andare a giocare anche sull’amata erba. Però con il mio team andiamo un po’ passo passo perché nessuno si aspettava che vincessi a Marrakech quindi vediamo un po’ che succede”.
Bella la stretta di mano tra Matteo e Miomir alla fine del match. Il 24enne serbo sfiderà al secondo turno il ritrovato Top 10 Grigor Dimitrov, vittorioso lunedì contro il tennista monegasco Vacherot.
Musetti, brivido e tenacia
Psicodramma finale nel match tra Lorenzo Musetti (24 ATP) e Arthur Fils (36 ATP). Alla fine, la spunta l’azzurro, trascinato dal pubblico incandescente del Court des Princes e tenace nel resistere alla rimonta del francese nel secondo set. Lorenzo contiene le velleità di Arthur e chiude 6-3 7-5 in un’ora e 41 minuti. Agli ottavi di finale, come l’anno scorso, lo aspetta di nuovo la sfida con Novak Djokovic.
Un primo set da manuale per ‘Muso’ che pennella il campo con il suo tennis delizioso, ‘trasportato’ inoltre da un tifo scatenato, e contro il quale il 19enne francese può fare ben poco. Poi, nella seconda frazione, in vantaggio 6-3 5-2, Lorenzo comincia ad arretrare, ad indebolire la spinta, dando ossigeno all’avversario che mette a segno 11 punti di fila e lo raggiunge sul 5-5. Musetti però riesce nuovamente a strappargli il servizio per poi chiudere la partita, al secondo matchpoint.
E, in campo, giunge subito l’omaggio ai tantissimi connazionali presenti sugli spalti: “Grazie a tutti gli italiani presenti stasera, mi avete dato tanta forza. Sono contento di incontrare Djokovic ed è curioso ritrovarsi nuovamente dopo un anno ma mi sento pronto. Sono particolarmente felice stasera perché ho battuto un grande giocatore”.
Lorenzo non ha lesinato elogi nei confronti dell’avversario transalpino neanche nelle dichiarazioni per la stampa, sottolineando la bella reazione e le qualità di Arthur: “È un grande atleta, fantastico per la sua età, molto forte fisicamente. Alla fine dell’incontro, ha dimostrato di poter giocare benissimo sulla terra, in particolare con il dritto. Colpiva forte ed è stato solido. Penso di aver disputato uno dei miei migliori incontri stagionali. Tuttavia, alla fine, non appena ero in affanno o rallentavo, lui riprendeva le redini del gioco. Ha avuto l’atteggiamento giusto. Sul 6-3 5-2, sotto di due break, ha rotto la racchetta e ha reagito. È un giocatore molto promettente per l’avvenire”.
E poi, ancora Djokovic, ancora agli ottavi… “Sì, è curioso, di nuovo l’uno contro l’altro, esattamente come un anno fa, nello stesso torneo e nello stesso turno. Spero sia un bel match ma, come ho detto, sarà comunque una bella lezione, che io vinca o perda. Quando si gioca contro un campione come Nole, c’è sempre da imparare”.
Dalla nostra inviata a Montecarlo, Laura Guidobaldi (foto di Brigitte Grassotti)