Non c’è da gioire per la vittoria sull’Albania. L’Italia resta in corsa, certo, ma la sua strada si è fatta un po’ più difficile. Restiamo a pari punti con la Spagna, con cui siamo in rotta di collisione, ma il confronto della differenza-reti tra le due squadre è peggiorato di un gol: ora la Spagna ha +14 e l’Italia +7. A meno di una grandinata di gol sul Liechtenstein, l’11 giugno, l’Italia potrebbe essere costretta a cercare la vittoria nella sfida del 2 settembre, che si gioca in Spagna.
Il cammino è ancora lungo e questo discorso sembra prematuro, ma non lo è. Gli spagnoli hanno una potenza di fuoco che non è da sottovalutare: hanno fatto 4 gol a Israele, che aveva battuto l’Albania per 3-0 in Albania.
Oltre all’aritmetica il gioco dell’Italia non è stato esaltante. Ci sono “Lavori in corso”. La nazionale appare un cantiere. Ventura sta sperimentando. Ha quattro uomini sicuri: Bonucci, Verratti, e il duo d’attacco Belotti-Immobile. Lo stesso Buffon – a gennaio compirà 40 anni – non è “certo” nell’ottica mondiale: è opportuno dare spazio a Donnarumma, per poterlo testare.
Il gioco contro l’Albania è stato mediocre. C’è stata una vistosa asimmetria. L’Italia era come un uccello che volava con un’ala soltanto. Sviluppava il gioco sulla fascia destra, sulla sinistra mai. Su quel lato è mancato l’apporto dinamico di De Sciglio, che ha costretto Insigne a votarsi alla difesa.
Non sono mancati gli sbandamenti difensivi. Clamorosa la palla-gol concessa agli albanesi dopo 48 secondi di gioco. Quell’azione ha messo in evidenza i limiti di Barzagli, centrale difensivo intelligente ed esperto, ma troppo lento per il calcio moderno. Barzagli è troppo pesante. Molto forte sulle palle alte, è del tutto vulnerabile nel triangolo rasoterra. Va protetto. La Juventus lo fa: così, in bianconero, questo suo limite viene mascherato. Contro l’Albania, invece, Zappacosta e Candreva non l’hanno fatto e lo hanno esposto ad una figura barbina.
Candreva si è fatto vedere poco in propulsione. Ha disputato una partita avara. D’accordo, Zappacosta invadeva di continuo la sua zona, ma c’è il sospetto che lo facesse per la povertà d’iniziativa del giocatore dell’Inter. Zappacosta è piaciuto per il brio dinamico e la facilità con cui può andare al cross (come nel gol di Immobile): ma deve migliorare sul piano tattico. Tra l’altro, contro difensori di qualità, non puoi essere monotematico, devi cercare variazioni.
Quanto a Insigne, ha dimostrato di poter fare anche il difensore. Ma è chiaro che i suoi “piedi buoni” servono di più in attacco e anche in zona-gol. Nel 4-2-4 i due centrocampisti vanno aiutati, ma, nella fase difensiva, è meglio che sia Candreva a sacrificarsi, lasciando ad Insigne la fase offensiva.
Per fortuna la coppia d’attacco Belotti-Immobile funziona. Certo, Immobile ha girato un po’ a vuoto, ma il suo movimento è sempre prezioso, poi ha segnato un gran gol di testa. Belotti è stato più pericoloso. Una nota: andrebbe più tutelato dagli arbitri; il fallo sull’attaccante che ti sguscia via va punito subito col giallo, non al terzo o quarto fallo.
Verratti, più di De Rossi, è l’uomo-chiave di questa squadra. Ha senso geometrico, posizione, abilità. È il regista attorno a cui gli altri ruotano. Ha ormai una solida esperienza internazionale. Lo hanno paragonato a Pirlo. Non ha il tiro di Pirlo, ma è più dinamico, oserei dire anche più moderno. È un leader ottimo per guidare l’Italia verso il futuro.
Claudio Gregori