È affascinante, Alizé Lim. L’abbiamo incontrata durante il torneo di Montecarlo, dove era impegnata a coprire l’evento per Eurosport, con interviste e approfondimenti. Eterea, dolce e filiforme, avvolta da un leggero abito estivo, la tennista francese ci ha parlato con grande disponibilità della sua seconda giovinezza tennistica e della sua attuale carriera di giornalista per Eurosport, appunto.
Classe 1990, nata a Parigi, Alizé è figlia di padre vietnamita e madre francese. Diventa tennista professionista nel 2010 e raggiunge la posizione n. 135 del ranking WTA. Il suo miglior risultato nel circuito è un quarto di finale al WTA 250 di Bombay, nel 2017. Invece, vince tre titoli in singolare (e sei di doppio) nel circuito ITF. Smette di gareggiare nel 2020 ma rientra nel 2022, dividendosi tra una brillante carriera di giornalista e commentatrice e il ritorno alle competizioni. Dopo varie trasmissioni della televisione francese, dal 2022 la tennista parigina copre l’Australian Open e il Roland Garros in inglese per Eurosport, con interviste, commenti e reportage. Dicevamo, la voglia di rimettersi in gioco come atleta la riporta nuovamente a calcare i campi del circuito, per ora quello minore, tra un impegno televisivo e l’altro. Del resto, proprio in questi giorni è reduce da una vera e propria maratona all’ITF di Hammamet (un torneo W35, da 35.000$). La francese, infatti, al primo turno è stata fermata dalla tedesca Sziedat con il punteggio di 6-3 6-7(5) 7-6(4), dopo tre ore e mezzo di un testa a testa serratissimo.
A Montecarlo, Alizé ci ha raccontato la sua nuova routine tra allenamenti e preparazione delle trasmissioni in TV: “Non gareggio tutte le settimane e seleziono i tornei, così da poter avere più tempo per allenarmi. Per esempio, stamattina, mi sono svegliata prestissimo e mi sono allenata in campo; poi, ho fatto la doccia, mi sono preparata ed eccomi qui, pronta per lo studio televisivo. Sono momenti molto intensi, è come se avessi due giornate in una. È fondamentale per mantenermi in forma e non dovermi trovare impreparata quando ricomincio un torneo”.
Lim ci conferma che, in realtà, è come se non avesse mai smesso di giocare: “Dentro di me sapevo che non avrei smesso così facilmente, sentivo che il tennis avrebbe fatto ancora parte di me per tanto tempo. Così, anche quando mi sono allontanata dalle gare, ho continuato ad allenarmi, sapendo che nel momento in cui avessi ripreso, non sarei stata impreparata. Non so come sia per gli altri che ricominciano a competere, molte giocatrici ritornano dopo una gravidanza, altri tennisti smettono definitivamente senza ripensamenti, ogni situazione è diversa. Per me è importante andare fino in fondo, senza mettermi troppe pressioni, qualunque sia il risultato; e, soprattutto, quando affronto un torneo, è fondamentale per me sentirmi preparata fisicamente per evitare gli infortuni. La cosa più pericolosa, quando si è stati fermi a lungo, è l’infortunio alla spalla, di questo ne parlano tutti i giocatori, bisogna fare molta attenzione a riprendere nel modo corretto l’allenamento del servizio perché quando non si esegue la battuta per molto tempo, la spalla ne risente davvero tanto”.
Giocatrice e giornalista al tempo stesso. Ma com’è per Alizé essere dall’altra parte della telecamera? “Prima guardavo il tennis soprattutto concentrandomi sulle emozioni che provavo; adesso, quando osservo una partita, devo focalizzarmi molto di più sulla tattica e la tecnica, per poter poi intervistare i giocatori e commentare l’incontro. Per quanto riguarda le dinamiche di uno studio televisivo, come la gestione dei tempi per le domande, l’uso dei microfoni e delle telecamere, c’è un’equipe davvero in gamba che mi ha formata e, ancora oggi, sto imparando molte cose. Sono felicissima di lavorare per Eurosport, che mi ha permesso di svolgere ruoli diversi, a seconda delle esigenze: a volte sono io a presentare lo studio e quindi ad intervistare i giocatori; altre volte e in determinate occasioni, sono commentatrice e voce tecnica, per analizzare e commentare eventi e partite”.
Personalità eclettica, Alizé è anche un po’ artista, come testimoniano le sue esperienze in alcune serie e trasmissioni televisive. Dotata di un quoziente intellettivo particolarmente elevato (fin da ragazzina le hanno attribuito un HPI, in francese Haut Potentiel Intellectuel), Lim si è infatti cimentata con successo anche nella scrittura, con l’opera autobiografica Eloge de l’inconditionnel. Témoignage d’un zèbre sur le court, pubblicata nel 2021. C’è dunque un’altra Alizé scrittrice nel mondo del tennis transalpino, e non solo Alizé Cornet, che ha annunciato alcuni giorni fa che si ritirerà dopo il Roland Garros.
In particolare, ciò che caratterizza Alizé è la capacità di reagire subito e con grande energia dopo una sconfitta o una delusione (per questo la scelta di inserire nel titolo la zebra, animale in cui è stata osservata una grandissima capacità di resilienza). Questo è uno degli aspetti sui quali la tennista ha voluto dedicare le pagine del libro ma, soprattutto, “volevo spiegare il tennis e come funziona il suo mondo”, ci ha detto, “perché spesso, quando le persone lo seguono o guardano le partite, non conoscono esattamente tutto quello che ci sta dietro, quali siano i meccanismi nascosti di questo sport. Si tratta di un racconto dall’interno, con le tappe della mia stessa scoperta del tennis, che ho fatto a poco a poco, quando ho scelto di intraprendere questa strada, non da piccolissima, perché i miei genitori non appartenevano all’ambito del tennis. Ho voluto raccontare le sfide ma anche gli ostacoli e le porte che ho preso in faccia. Per ogni aspetto che volevo spiegare – ad esempio, quanto sia difficile giocare in altitudine, oppure come si costruisce il rapporto con il coach, come scegliere l’alenatore giusto, ecc. – ho selezionato un aneddoto della mia esperienza che potesse illustrarlo. Ho cercato di mettere in rilievo tante sfaccettature del tennis che non tutti conoscono per forza. Mi sono preparata una lista e per ogni aspetto che volevo approfondire, ho raccontato un aneddoto della mia carriera”.
E l’amicizia, è possibile tra giocatrici? “Non saprei, bella domanda… Avevo qualche amicizia quando giocavo a tempo pieno ma non è facile. È più facile dopo, quando si smette e adesso lo vedo. Ora ho amicizie molto più solide con alcune ex giocatrici; quando si fanno le gare, invece, si tratta soprattutto di un sostegno reciproco molto forte perché si condividono le stanze quando si viaggia, i ricordi e perché ci si aiuta. Non so spiegare perché sia così, ma forse, quando si smette, si considera tutto con la giusta distanza e si ha anche l’occasione di interessarsi alle altre cose della vita e questo aiuta di più a costruire un rapporto d’amicizia. Quando giochiamo siamo molto più concentrati su noi stessi e soprattutto sui risultati in campo, che determinano inevitabilmente anche la nostra felicità”.
Merci beaucoup, Alizé!
(foto di Brigitte Grassotti)