Sì, certo, perdere la seconda finale europea a un passo dal traguardo. Tre giocate, in due stagioni (su 3 complessive) e neanche è mai arrivato ai rigori. Però Vincenzo Italiano va solo ringraziato per quanto ha dato alla Fiorentina. Spesso i tifosi più accesi dimenticano che raggiungere una finale, e talvolta anche una semifinale o un quarto è un grande traguardo, almeno per chi in Europa non vince da 63 anni e in Italia da 23.
La Fiorentina perde vicino al traguardo, come un anno fa con il West Ham, allora era a un passo dai supplementari. Veniva dalla finale di coppa Italia persa con l’Inter in cui avrebbe meritato la coda ma non ci arrivò. Stavolta ha retto contro i greci, pur giocando maluccio, confermando la mancanza di un grande centravanti. Quello ce l’hanno i greci, il marocchino Al Kaabi, capocannoniere di Conference ma ieri sera quasi nullo. Decide lui su cross da sinistra dell’argentino Santiago Hezze, che sorprende Milenkovic, ma un attimo prima proprio Milenkovic aveva subito un fallo sanzionabile anche al Var. Che ha evidenziato peraltro la posizione regolare di Al Kaabi
Italiano si lamenta, giustamente. Era peraltro evidente che chi avesse segnato per primo avrebbe vinto e Terracciano ha compiuto due parate importanti. La Viola ha magari costruito qualche pericolo in più ma con conclusioni scentrate. Si poteva osare, di più.
Esulta l’Olympiacos, ad Atene, ma nello stadio dell’Aek, rivale, comunque il tifo era per trequarti biancorosso. La polisportiva si è aggiudicata tre volte l’Eurolega, nel basket, e domenica il Panathinaikos l’ha vinta contro pronostico, contro il Real Madrid.
Proprio il Pana fu l’unica finalista nella storia del calcio europeo, nel 1971, questo trofeo manda in estasi il Paese come nel 2004, con quell’incredibile Europeo vinto con il tutti in difesa. Stavolta l’Olympiacos è stato un pizzico più offensivo, grazie all’allenatore basco Mendilibar, già vincitore un anno fa dell’Europa league, ai rigori contro la Roma, con il Siviglia.
L’unico, vero uomo mercato dell’Olympiacos è proprio un difensore, l’angolano David Carmo, che vale 12 milioni, tanti, per il ruolo. Anche più dei 13 a cui è quotato Daniel Podence, ala destra portoghese.
Adesso Italiano dovrebbe andare in Champions, al Bologna, mentre i greci vanno in Europa league e la Fiorentina rigiocherà la Conference.
Le italiane in Europa restano 8, comunque un record, niente Roma in Champions, da 6^, nè Torino in Conference, da 9° in classifica. Otto, come da anni sono le italiane in Europa nel basket. Certo 10 sarebbero state un ulteriore primato, chissà se ricapiterà l’occasione. Come alla Fiorentina. A cui forse basterebbe un simil Osimhen o Vlahovic per alzare un trofeo e disputare una coppa più nobile. Che meritava Giacomo Bonaventura, per la carriera, a 35 anni, ma in finale ha inciso poco. E Nico Gonzalez ancor meno. Uno che senza l’infortunio sarebbe diventato campione del mondo, con l’Argentina, sarebbe stato in rosa. E chissà se ora resterà.
Vanni Zagnoli