Olga Danilovic e Clara Tauson fanno capolino per la prima volta nella seconda settimana Slam con un po’ di ritardo sulle aspettative generali. Alte 1.82 e potenti, la mancina serba di 23 anni e la 21enne danese da juniores promettevano benissimo: la figlia del cecchino di basket, Sasha, idolo delle V nere di Bologna, s’era aggiudicata 3 Slam di categoria in doppio, la biondona era diventata campionessa under 18 agli Australian Open 2019 e poi anche numero 1 di categoria. Ma, nell’impatto col mondo WTA, hanno stentato entrambe, di fisico, inteso come agilità e resistenza e di tenuta mentale, intesa come pazienza davanti alle difficoltà proprie e alle qualità delle avversarie. Peggio. Olga, che oggi riporta una serba nella seconda settimana di un Major dal 2015, con Ana Ivanovic al Roland Garros e Jelen Jankovic a Wimbledon, aveva praticamente abbandonato la racchetta. E Clara si è fatta notare soprattutto per le crisi isteriche, le fughe negli spogliatoi, i ritiri misteriosi e i troppi infortuni, diventando per le colleghe la reginetta delle antipatiche.
FALSA PARTENZA
Ad influenzare la Danilovic è stato l’esordio pro del 2018, ad appena 17 anni, con l’avvio trionfale in Fed Cup e il successo nel WTA di Mosca, superando Potapova in finale. Prima del terzo millennio a centrare un simile traguardo, con promozione fra le top 100. Poi, delusa da se stessa, con qualche problemino fisico e troppi allenatori che si alternavano, con l’aggiunta della pandemia, Olga s’è ripresentata con continuità solo nel 2021 per raggiungere la seconda finale WTA, da qualificata, a Losanna, cedendo sotto il traguardo alla Martic ma aggiudicandosi il doppio. Quindi, l’anno scorso, con un bagno di umiltà, ha cercato di giocare partite a livello ITF, battendo in finale la Sorribes Tormo a Madrid e quindi rilanciandosi sulla superficie preferita, la terra rossa del Roland Garros, partendo dalle qualificazioni e cedendo al terzo turno del tabellone contro Ons Jabeur. Risalendo così fra le top 100 dopo 5 anni e firmando la classifica-record da numero 93. Dodici mesi dopo si ripresenta ancor più da favorita a Parigi, partendo ancora dalle qualificazioni, ed infilando Trevisan, addirittura Collins e Vekic col punteggio di 0-6 7-5 7-6 che fotografa tutti la sua indole focosa, estremamente emotiva, ma poi capace di scatenare colpi di una potenza impressionante. Che versione di sé presenterà contro l’altrettanto lunatica Vondrousova?
WOZNIACKI
Se Olga Danilovic ha subito il peso di papà, stella del basket di Belgrado e della nazionale, Clara Tauson ha accusato i continui paragoni con la connazionale Caroline Wozniacki, la migliore tennista danese di sempre. Da bambina prodigio riusciva ad imporsi di forza, crescendo, ha dovuto rifinire il fisico e trovare gli equilibri per esaltare il suo gioco. Nel 2021, dopo due titoli ITF, da qualificata, ha vinto il primo WTA a Lione superando Alexandrova e poi Golubic, entrando fra le top 100, seconda più giovane dietro la ben più nota Coco Gauff . Poi s’è fatta male a un ginocchio, ma ha firmato il secondo torneo, in Lussemburgo, superando in finale la Ostapenko, e chiudendo l’anno da top 50, grazie alla finale di Courmayeur. Nel 2022 gli infortuni si sono accavallati, a cominciare dalla schiena, insieme a qualche problema finanziario che le ha fatto perdere il coach storico e l’ha fatta smarrire. S’è ripresa solo quest’anno anche grazie al sostegno proprio della Wozniacki e anche di Ruud. Finché questa settimana a Parigi è tornata a demolire fisicamente le avversarie Da Maria ad Ostapenko (ex regina di Parigi) a Kenin, già campionessa e finalista Slam, per presentarsi all’esame degli ottavi Majors contro la giocoliera Ons Jabeur, specialista nell’addormentare le giocatrici di potenza.
Vincenzo Martucci