Uno dei momenti più particolari è l’uscita di Busio, invitato da un gruppo di giovani goliardi a lanciarsi in acqua. Prima di lui esce Pohjanpalo, il capitano finlandese, che era stato premiato come capocannoniere, con il trofeo dedicato a Paolo Rossi. Va via in barca, in laguna è la regola.
E poi Daniel Ciofani, la bandiera grigiorossa, della promozione in serie A e della mancata salvezza. Al Frosinone perse la serie A diretta, quasi scontata, a beneficio del Parma, ma si rifece ai playoff, e a 39 anni non è detto che lasci il calcio. “Comunque ritornerà il sole, è stata una bella stagione”.
E’ stato vice di Antonio Conte all’Inter, con lo scudetto e la finale di Europa league. “Oltre a Conte, la figura chiave della mia carriera da tecnico è Arrigo Sacchi, che mi volle nello staff azzurro delle giovanili. Da lui ho imparato l’applicazione. Da calciatore pensavo solo a giocare, da tecnico poi Conte insegna come vincere”.
Incrociamo Ivan Ramiro Cordoba, l’ex difensore dell’Inter, rappresentante della proprietà del Venezia.
“E’ la mia seconda promozione qui, le emozioni sono sempre incredibili – confida -. Dall’Inter in campo alla scrivania è sempre bello, quando raggiungi gli obiettivi sportivi è la cosa migliore. Sono felicissimo per i ragazzi, per il mister, per la società, abbiamo compiuto uno sforzo enorme, facendo un campionato pazzesco, con squadre molto forti”.
Per il colombiano la stagione è eccezionale, con lo scudetto dell’Inter a 94 punti e questo terzo posto in laguna. E’ mancata solo la Champions nerazzurra. “Sempre deve mancare qualcosina per avere la voglia di continuare a lottare”.
Filippo Antonelli è il ds, Cristian Molinaro il direttore tecnico. Quanto ha messo Cordoba come idee? “Qualcosina, ma non devo essere io a dirlo”.
Anche dopo l’una, restano calciatori e staff, in campo. Il difensore Jay Idzes è probabilmente il più grande sportivo indonesiano di sempre. Poi lo staff di Vanoli, con il collaboratore tecnico Francesco Bordin e il preparatore atletico. Festeggiano arancioneroverdi con le famiglie, all’uscita dagli spogliatoi, sul campo.
Restiamo soli con Mato Jajalo, 36 anni, arrivato dall’Udinese. Parliamo della sua carriera, del suo cambio di nazionale, dalla Croazia alla Bosnia Erzegovina, dello sport bosniaco nella storia e di quanto il calcio della sua nazione sia lontano dai massimi livelli. “Già fu un’impresa vederla ai mondiali del 2014, con Pjanic e Dzeko. Edin è il nostro simbolo”.
Alle 4, al rientro verso l’autostrada, incontreremo Marco Olivieri, imbarcato assieme alla fidanzata e a un’amica. Ha cosce enormi, anche più di quelle di Brignola, altro muscolare, del Catanzaro.
I tifosi del Venezia si stanno già preparando all’addio di Paolo Vanoli, che firmerà con il Torino. Il presidente Cairo pagherà la clausola di un milione di euro (era di 500mila, raddoppiata con la promozione) o tramite il ds Vagnati inserirà un calciatore, si parla di Karamoh, ex Parma, attaccante.
Il presidente Duncan Niederauer era al vertice di Wall Street, nel G100 degli amministratori delegati di tutto il mondo. Quando arriva a Venezia mette volentieri i bermuda e sempre la maglietta a strisce verdi e arancioni. Va in curva con gli ultrà e si gode la partita da lì, magari accetta una birra con i tifosi, accompagnato dalla moglie. Ora promette di confermare Pohjanpalo, che a 30 anni meriterebbe l’Europa. Al Bayer Leverkusen non riuscì a imporsi. Se resta, sarà il possibile uomo salvezza.
Intanto, con la promozione, la società respira sul piano economico.
Vanoli si era lamentato per la cessione di Johnsen, proprio alla Cremonese, e pure di Mazzocchi. Ora non serve cambiare molti della rosa, come avvenne con Paolo Zanetti, dopo l’ultima promozione, ma rinforzi per evitare di arrendersi in anticipo, come avvenne nel finale, nonostante il debutto in panchina fra i professionisti di Andrea Soncin, ora ct dell’italia femminile.