Quarantacinque giocatori assistiti, di cui ventisei, stando al portale tedesco Transfermarkt, di prima fascia, e alcuni dei prospetti più interessanti, leggi il talentino rossonero Kevin Zeroli, già messi sotto “la sua ala protettiva”. La nomea di “agente ombra” affibbiatale dai giornali di tutto il mondo. Rafaela Pimenta è questo. Ma è anche una laurea in diritto internazionale conseguita all’Università di San Paolo e due decenni di esperienza nel mondo del calcio al fianco di quello che è stato per anni l’indiscusso punto di riferimento di procuratori e agenti, Mino Raiola. Un incontro decisivo e l’inizio di una proficua collaborazione, come da lei stessa raccontato:
“Mi fa sorridere quando mi guardo indietro perché le cose sono accadute un po’ per caso. Sono laureata in legge e all’epoca insegnavo diritto internazionale in Brasile. Poi, un giorno, un mio amico mi ha invitato a lavorare con lui. Questa persona voleva entrare nel mondo del calcio e aveva bisogno di qualcuno che conoscesse le leggi, i contratti e tutto ciò che riguardava l’aspetto legale. […] Così andai all’incontro e quando arrivai mi resi conto che si trattava di un incontro con la società che apparteneva, all’epoca, a Rivaldo e Cesar Sampaio. E tra questi c’era Mino (Raiola). […] Ricordo che Mino voleva capire il diritto calcistico brasiliano. […] Ho iniziato a spiegarglielo, ma lui contestava tutto quello che dicevo. […] Così mi sono ritirata, me ne sono andata. Una decisione piuttosto buona, perché è stato grazie a questo che Mino mi ha contattata. […] Me lo ricordo come se fosse ieri. Ero a Brasilia. Squillò il telefono, era un numero sconosciuto. Ho risposto e lui mi ha detto: “Sono Raiola. Ti ho cercato per mesi. Non avevo il tuo telefono. La gente non voleva darmelo”.
“Mi ha detto che ‘di tanto in tanto’ avremmo potuto parlare. Ho detto ‘ok’. E quel famoso ‘di tanto in tanto’ arrivò una bella domenica. Stavo dormendo quando ricevetti una telefonata che diceva: ‘Ciao Rafaela, sto trasferendo un giocatore in Argentina. Puoi andare con lui? […] Gli dico che per me è complicato, che non ho mai fatto un trasferimento prima d’ora. E lui mi ha detto: ‘È tutto fatto, non preoccuparti. Devi solo andare con il giocatore, controllare che tutto sia a posto, che l’accordo sia stato raggiunto e che tutto sia a posto […] siamo andati in Argentina e poi mi sono reso conto che non era stato fatto nulla. Non c’era nessun accordo. Allora ho chiamato Mino […] lui non ci credeva e alla fine gli ho detto che avrei trovato una soluzione. E così è stato. Quella è stata la mia prima esperienza nel mondo del calcio, e devo dire che è stata molto intensa”.
Il 9 settembre 2022, Le Monde titolava “Chi è Rafaela Pimenta, l’avvocato di Paul Pogba?”. Dalla morte di Mino Raiola, il 30 aprile 2022, in tanti si sono fatti questa domanda. Chi era quella donna a cui veniva affidato all’improvviso il testimone del procuratore campano? Difficile sulle prime carpire qualche informazione sul conto dell’ereditiera dell’impero di re Mino. Di Rafaela si sapeva la residenza, Monaco, dove tra l’altro ha sede la società fondata da Raiola, e a mo’ di curiosità antropologica la sua conoscenza, fluente, di otto lingue. Rafaela Pimenta, infatti, ama la discrezione. Fatto curioso se si considera, invece, l’esuberanza del suo mentore nel condurre le trattative coi club e nel tessere i rapporti con la stampa, ricordiamo tutti la travagliata estate 2017 in cui per spiegare le ragioni del mancato rinnovo contrattuale di Gigio Donnarumma col Milan imbastì una conferenza stampa improvvisata nella cucina della sua residenza monegasca.
“[…] La mia formazione è quella giuridica. La formazione giuridica implica l’idea di discrezione, riservatezza e protezione del cliente. È per questo che si viene addestrati. E quando si intraprendono queste professioni, è perché ci si vuole prendere cura degli altri, lavorare nel loro interesse. Bisogna avere una mentalità difensiva. […] Per me i fornitori di servizi […] devono avere questa discrezione come parola d’ordine, deve essere parte della nostra professione. Penso che i giocatori si siano abituati a essere sovraesposti dal loro entourage. Le persone che li circondano occupano troppo spazio e loro vogliono mettersi troppo in mostra. Ma questo non va bene… Lo spettacolo appartiene ai giocatori. Noi, gli agenti, siamo lì per garantire che le cose vadano il più possibile bene per il nostro giocatore. Dobbiamo rimanere sullo sfondo”.
Nel 2022, Rafaela Pimenta si è trovata a dover gestire l’intricato caso Haaland – Tatica Sarl, la società guidata da Rafaela Pimenta dopo la scomparsa di Mino Raiola…
“[…] Si diceva che la società era stata fondata da Mino (Raiola). Ma non è vero. L’abbiamo fondata entrambi. Abbiamo scritto insieme i documenti della società. Lo trovo un po’ maschilista”.
Pimenta, infatti, è sempre stata molto sensibile alla questione femminista…
“Abbiamo scritto insieme lo statuto della società, mano nella mano. Ancora una volta, non troverete mai una persona con così tanto rispetto e ammirazione per lui. Non esiste. Ma, nel nostro caso, è importante sottolineare che non è stato l’uomo a fare tutto. Perché non è questo il caso. Quando si fa qualcosa insieme, credo sia importante sottolinearlo. Come donna, ho il dovere di mettere le cose in chiaro. Ed è importante anche perché, secondo me, il calcio può permettere alle donne di emanciparsi. Le donne hanno diritto al loro spazio in questo ambiente”.
Nell’estate 2022, il bomber Haaland, vero e proprio talento generazionale, è passato dal BvB al Manchester City per una sessantina di milioni di euro dopo aver realizzato 86 goal e 23 assist in sole 89 gare con la maglia dei giallonera dei teutonici. A questi si aggiungono i 40 milioni finiti nelle tasche dell’entourage del calciatore. Un’operazione a tre cifre, ovvero da 100 milioni totali, ma della quale la procuratrice brasiliana non vuole più di tanto parlare…
“Non posso… E qui voglio insistere sulla discrezione. […] Haaland è nostro cliente da anni e anni. Siamo stati noi a fare il trasferimento al Borussia Dortmund. E, dal momento in cui Mino non c’era più, è stato come se, da un giorno all’altro, dovessi occuparmi di lui. Ma no, non è andata così. Io e Mino abbiamo sempre fatto tutto insieme. […] Dal mio punto di vista, il trasferimento di Haaland ha avuto un sapore agrodolce. […] Perché Mino non c’era. E mi sarebbe piaciuto essere con lui in quel momento, al momento del trasferimento, al momento della firma e soprattutto al momento della prima partita di Haaland. Quella partita è stata un momento di gioia per tutti. Ma personalmente avevo le lacrime agli occhi perché pensavo a Mino. E posso dire la stessa cosa del trasferimento di Paul (Pogba) alla Juventus. Il giorno in cui Paul ha firmato per la Vecchia Signora, mi sono messa a piangere. Perché c’era tutto il club Juve, c’era Paul, la sua famiglia, io… ma mancava Mino. Erano tempi complicati”.
Il 21 ottobre 2022, Tuttosport ha definito Rafalea Pimenta “la regina indiscussa del mercato dei trasferimenti” grazie soprattutto ai trasferimenti di Erling Haaland al Man City, il ritorno di Paul Pogba nella Torino bianconera e l’approdo in Baviera di Matthijs de Ligt. Una pietra miliare di una carriera con alle spalle già tanti chilometri macinati in giro per le sedi di club di tutto il mondo…
“Quando mi guardo indietro, mi rendo conto che la strada è stata lunga […] Ricordo quante ore abbiamo passato a lavorare. […] Io e Mino andavamo spesso in un bar vicino alle strutture del Milan. Sapevamo che qualche volta al giorno persone come Galliani venivano in questo bar a bere il loro caffè. Andavamo fino a Milano per sederci in questo bar e aspettare la nostra occasione. […] Oggi le donne hanno difficoltà a farsi ascoltare dagli uomini nel nostro settore. Ma una volta era peggio. Quindi è stata una lunga strada anche in questo senso, per essere rispettate, ascoltate, sentite…”
Pimenta ha partecipato al documentario su Paul Pogba, The Pogmentary, uscito nel giugno 2022. In passaggio riguardante l’importanza della procuratrice nella vita dell’ormai ex juventino, il centrocampista francese dice: “Si prende cura di me come se fossi suo figlio, quindi la considero la mia seconda mamma. È la mia mamma in affari”. La replica di Rafaela: “Non importa da chi viene. Se è una persona che ti vuole molto bene, che anche tu apprezzi e ti offre parole come queste, è un grande onore. Ed è un grande piacere”.
Come è noto, il campione del mondo 2018 è stato coinvolto in due grandi scandali negli ultimi anni. Il primo è stata quello riguardante suo fratello, dove Pimenta ha fatto da regista occulto a questo spinoso caso dietro le quinte. Riguardo ai consigli da dare ai giovani calciatori, Rafaela Pimenta ha risposto così:
“Il primo consiglio da dare a un calciatore è di lavorare come un matto per avere successo, perché non è facile. Il successo è un’enorme quantità di lavoro quotidiano, che richiede tutta la tua vita e tutta la tua energia. Devi dormire con la palla! […] E devi farlo con il cuore, non per i soldi”.
Il 29 febbraio scorso Paul Pogba è stato sospeso per quattro anni per infrazioni all’antidoping. Il centrocampista francese, trentenne, è risultato positivo al testosterone il 10 agosto 2023. La Pimenta, allora, aveva commentato: “Paul non ha mai voluto infrangere le regole”…
“Quando l’ho detto, era una risposta ad hoc, specifica per il contesto di una domanda. Per rispetto a Paul e alle autorità che hanno il compito di chiarire tutto quello che sta succedendo, preferisco non aggiungere nulla. Perché come avvocato capisco che quando si è nella posizione di gestire un caso o di essere il giudice, non è bene che ci siano voci che interferiscono con il dibattito”.
A chi le chiede consigli di vita per entrare nel mondo del calcio a livello professionale, la Pimenta replica così…
“Non è una professione in cui si ha successo da un giorno all’altro. Se la gente pensa di diventare ricca, sta solo fantasticando… Ma non è così semplice, perché si viaggia 300 giorni all’anno, arrivando alle 7 del mattino e ripartendo alle 8 di sera. […] Preparatevi, preparatevi a conoscere il calcio, a conoscere le leggi, i regolamenti, a parlare più lingue possibili. […] Bisogna conoscere la fisiologia, la nutrizione e la psicologia, bisogna sapere come funziona un campionato e le regole del gioco. Conoscere la legge non è sufficiente. […] Poi ci sono regole da seguire”.
Sui difetti principali degli agenti di calcio in questo momento, invece…
“Il difetto principale è quando l’agente pensa di poter fare tutto, mentre in realtà non può, perché non sa tutto. E il suo cliente ha bisogno di diversi tipi di consigli. E non deve avere paura di aprire la porta ad altri consulenti. Perché io non sono un consulente finanziario, per esempio. Tuttavia, il mio obbligo è quello di aiutarli a scegliere la persona giusta per le loro esigenze finanziarie”.