Milano chiude la serie scudetto sul 3-1, da questa stagione le finali sono a 5, non più a 7. Bologna aveva il vantaggio del fattore campo, l’ha perso subito, ai tempi supplementari. Ha vinto a fatica gara2, è stata a un passo dal successo al Forum, in gara3, mentre nella 4^ partita è scivolata via rapidamente, finendo anche a -21. Nel finale è tornata sul -7 ma la rimonta era onestamente impossibile.
E’ il 31° scudetto per l’Olimpia, il 3° di fila. L’èra Giorgio Armani è iniziata nel 2008 e da allora l’EA7 ha conquistato 14 trofei, ossia sei titoli nazionali (2014/15, 2015/16, 2017/18, 2021/22, 2022/23 e quest’ultimo), quattro coppe Italia (2016, 2017, 2021 e 2022) e quattro supercoppe italiane (2016, 2017, 2018 e 2020), onestamente molto meno di quanto avrebbe dovuto, considerato il budget. Il patron era stranamente assente, alla festa annunciata, e così non ha potuto premiare il montenegrino Mirotic, mvp delle finali. Il capitano Nicolò Melli potrebbe andare al Real Madrid o comunque cambiare, in Europa, mentre Kyle Hines dovrebbe finire la carriera, a 37 anni. Con lo scudetto, come Gigi Datome un anno fa.
In serie A2, Trieste batte Cantù per 3-1 e risale prontamente. Si era aggiudicata entrambe le prime gare della finale playoff in Brianza, ha sprecato il primo match point ma poi ha evitato il rischio della bella fuori casa. La risalita avviene dopo un’unica stagione, festeggiano dunque Michele Ruzzier, playmaker giuliano, e l’allenatore Jamion Christian, americano.
Il nostro incontro a Bologna, con il capitano Lodovico de Angeli, triestino.
https://youtu.be/gUcUnSbc0io
L’altra neopromossa è Trapani, capace di vincere a Bologna in gara-4, contro la Fortitudo, peraltro priva del capitano Pietro Aradori, dopo la prima finale. Risale in serie A dopo 32 anni, il presidente Valerio Antonini ha riportato anche il calcio in serie C, però è offensivo: “Trattati come animali dalla Fortitudo Bologna”. Ovviamente, non è vero. Ha festeggiato provocando i tifosi di casa, facendo il gesto dell’ombrello e toccandosi le parti basse.
E’ romano, tifoso della Lazio, commercia prodotti agricoli e ha un fatturato di 300 milioni di euro, ma ora rischia il daspo per il suo comportamento a Bologna.
Il nostro racconto di Chris Horton, centro eccellente, dopo gara3. https://youtu.be/vq8jBRq2Pq4
Con il ds Valeriano d’Orta rievochiamo la miglior Trapani di ogni tempo, con Wendell Alexis in A1. L’americano fu vicecampione d’Italia, da titolare, con Livorno. Ora si chiama Shark, ovvero squalo.
https://youtu.be/GARkhA0H5pU
Trapani punterà almeno ai playoff, già dal primo anno. Come rivela Giuseppe Malaguti (La Nuova Venezia), ma su facebook, Antonini offre un triennale da un milione di euro netti a stagione a Luca Banchi, il tecnico vicecampione d’Italia con la Virtus Bologna. E’ una cifra da 30 anni fa, di quando la pallacanestro fece davvero boom. Antonini smentisce, ma non le ambizioni: “Sarò felice in caso di semifinale scudetto. Sassari e Venezia insegnano che nulla è impossibile”.
Intanto negli Usa la serie delle finali Nba si chiude sul 4-1. Boston si è aggiudicata le prime 3 gare e nella storia nessuna franchigia è mai riuscita a rimontare questo svantaggio: che i Mavericks abbiano vinto a Dallas gara4 per 122 a 84 sposta poco. Al ritorno in Massachussets, i Celtics dominano e conquistano il loro 18° anello. Dal 1987, se lo erano presi solo nel 2008, eppure restano i più titolati, per gli 8 campionati di fila vinti negli anni ’60.
Il comproprietario è Stephen Pagliuca, socio anche dell’Atalanta.
Boston aveva dominato la regular season, grazie sempre al duo Jayson Tatum/Jaylen Brown, contiene gli attaccanti più brillanti della Lega, lo sloveno Luka Doncic e l’americano Kyrie Irving.
Testa tra le mani, Tatum assapora gli ultimi istanti di una partita dominata dall’inizio e chiusa sul 106-88:”Facciamo parte della storia… E’ valsa la pena fare tanti sacrifici. Ricorderò questa notte per tutta la vita”.
I Celtics superano così i 17 titoli dei Los Angeles Lakers, che animarono la rivalità degli anni ’80, con Larry Bird con i verdi e Magic Johnson in viola.
La leggenda del quadrifoglio parte da Bill Russell, vincitore del primo titolo nel 1957 e di altri dieci anelli fino al 1969, passa per John Havlicek (8 titoli, compresi i due successivi, ’74 e ’76), poi Bird, Parish e McHale (campioni nel 1981, ’84 e ’86). Kevin Garnett, Paul Pierce e Ray Allen aveva portato l’ultimo trofeo, nel 2008. La franchigia è ricostruita ai massimi livelli con due giocatori n.3 nel draft, ovvero nelle scelte: Jaylen Brown (27 anni) nel 2016, mvp delle finali, e Jayson Tatum (26) nel 2017.
Il bilancio stagionale recita 64 vittorie e 18 sconfitte in stagione regolare, nei playoff 16 successi e 3 perse. Tatum e Brown tirano in maniera precisa, sono potenti nell’avvicinamento al canestro e difendono con vigore, sono completi, come i moderni giocatori Nba. In estate sono arrivati Jrue Holiday, grande difensore, campione con i Milwaukee Bucks nel 2021 e il pivot lettone Kristaps Porzingis, alto 2 e 18.
I Celtics sono guidati da due stagioni da Joseph Mazzulla, 36 anni a fine mese, teorico del gioco, ammiratore di Pep Guardiola. Lo spagnolo era a bordo parquet, durante la prima partita della finale. “Studio molto il Manchester City – spiega il coach, che a febbraio andò a Manchester per scambiare idee – e Pep, penso che sia il miglior allenatore al mondo, in tutti gli sport e a tutti i livelli. Ha una grande influenza su di me”.
La famiglia Mazzulla è originaria di Itri, provincia di Latina, la squadra l’ha sempre difeso, era uno sconosciuto e ora è campione. “E’ un genio della pallacanestro”, sostiene Derrick White. Joe Mazzulla fu giocatore universitario del West Virginia, allena dal 2011, lasciò il college per mancanza di opportunità. Il coach di origine pontina piace anche a Al Horford, nato due anni prima di lui, addirittura. Succede, nello sport moderno, che talvolta l’allenatore sia meno giovane di un atleta. E sono le storie più belle.
Larry Brown, campione Nba con i Detroit Pistons, la grande alternativa a Boston e Lakers negli anni ’80 e ’90, era in panchina anche due stagioni fa, all’università di Memphis, a 82 anni. Con questa longevità, Mazzulla potrebbe fare l’allenatore sino al 2070, dunque per quasi un altro mezzo secolo.
E in fondo Giorgio Armani è ancora sulle breccia, nel suo gruppo, a 89 anni. Mancava solo dai festeggiamenti dell’Olimpia. Per i 90 vorrebbe almeno la final four di Eurolega, raggiunta una sola volta, con Messina, che per questo non meritava di restare a Milano. Tantomeno con i pieni poteri, allenatore e direttore sportivo.