“Certi amori fanno giri immensi e poi ritornano” cantava Antonello Venditti. In questo caso non parliamo di un rapporto sentimentale, ma della passione per una disciplina conosciuta in tenera età e incontrata nuovamente crescendo. Stiamo parlando del legame fra Larissa Iapichino e il salto in lungo, una specialità che le ha regalato un argento agli Europei e le ha permesso di raggiungere la mamma Fiona May nel gotha dell’atletica leggera italiana.
Nella bolgia dell’Olimpico, esaltato dai ben ventiquattro podi conquistati e concentrato sull’oro della staffetta 4×100 metri, la commozione di Larissa è passata un po’ in secondo piano nonostante la gioia per l’incontro con la mamma, chiamata a sorpresa a premiarla ventisei anni dopo il suo argento a Budapest 1998.
Come se fosse uno scherzo del destino, May non è mai riuscita a salire sul gradino più alto del podio continentale fermandosi a un bronzo nell’edizione 1994 e a quell’argento che la eguaglia alla figlia, giunta a 6,94 finale un passetto alla volta proprio come alla disciplina che le ha già regalato tanta gloria.
Sembra ieri quando Larissa, a soli quattro anni, diventava una “star” della televisione grazie alla pubblicità di un noto marchio di cioccolato in cui faceva colazione con mamma Fiona. Quella bambina sorridente sembra essere cresciuta d’improvviso diventando una campionessa dello sport azzurro. Un modo anche per distanziarsi da un “personaggio” che la imbarazzava parecchio come raccontato in un’intervista al settimanale “Oggi”.
“Odio stare al centro dell’attenzione. Mi vergognavo da morire per la pubblicità delle merendine, girata con mamma quando avevo 4 anni – ha spiegato Iapichino -. Una volta eravamo al Lago di Bracciano, lì c’era il set dove mia madre recitava in una fiction. Una scolaresca mi riconosce e mi chiede una foto, io mi accuccio per ore contro un muretto, per nascondermi”.
L’essere “figlia d’arte” l’ha per certi versi penalizzata tanto da indirizzarsi verso la ginnastica artistica prima di tornare al primo amore, quello che portava dentro di sé sin dalla nascita senza nemmeno saperlo: il salto in lungo. La vittoria ai Campionati Italiani Allievi nel 2019 a soli sedici anni con tanto di miglior prestazione mondiale dell’anno fra le Under 20, l’oro agli Europei di categoria e il primato mondiale indoor di categoria nel 2021 sono soltanto un passaggio verso l’Olimpo.
Un percorso costellato però anche di difficoltà come la distrazione del legamento deltoideo del piede di stacco a ridosso dell’Olimpiade di Tokyo 2021 e l’incubo di dover rinviare l’esordio a Cinque Cerchi, condito da una lunga rincorsa alla miglior condizione durata più di un anno e quelle aspettative che, per una ragazza di poco più di vent’anni, pesano come dei macigni.
Larissa non si spegne, continua in silenzio a rincorrere l’ombra della mamma Fiona prima di acchiapparla agli Europei Indoor di Istanbul 2023 dove si mette al collo l’argento e realizza il nuovo record italiano. A quel punto la strada verso Roma è aperta, la figura di Fiona May diventa una sagoma in carne e ossa, la stessa che la abbraccia nella notte dell’Olimpico.
Non c’è più nulla da aggiungere, le lacrime di Fiona e l’abbraccio caloroso di Larissa parlano più di tutto e chi lo sa che ora, come accaduto alla campionessa di origine inglese, non possa brillare nel cielo di Parigi una medaglia dal sapore olimpico.