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Caterina Ganz è particolarmente determinata. Dopo aver vissuto una stagione in crescendo centrando per la prima volta la top 15 in Coppa del Mondo, la 28enne di Moena vorrebbe puntare costantemente in alto.
Un atteggiamento che fa bene al movimento dello sci di fondo femminile e che la portacolori delle Fiamme Gialle sta già mettendo in campo nel corso del raduno con la Nazionale in corso in Norvegia dove le atlete guidate da Markus Cramer stanno preparando la prossima stagione, con l’obiettivo di presentarsi nelle condizioni migliori all’Olimpiade di Milano-Cortina 2026.
Come ha trovato le sue compagne in questi primi ritiri?
Fortunatamente bene. La mia compagna di stanza (Anna Comarella, NdR) ha subito un intervento al termine dell’inverno 2023 a cui è seguita una lunga riabilitazione che l’ha portata a saltare la preparazione estiva. Fortunatamente si è ripresa e quest’anno c’è, motivo per cui sono molto contenta che sia tornata e stia bene come le altre.
Come vi state preparando in vista della prossima stagione?
Attualmente siamo in ritiro in Norvegia per due settimane poi la prossima settimana ci sposteremo a Sandnes per prendere parte alle prove del Blink Festivalen, gare di skiroll. Attualmente stiamo facendo lavori di carico e intensità per aumentare la forza e incrementare anche la tecnica. Quando siamo a casa ci concentriamo maggiormente sullo scarico, ma attualmente stiamo lavorando sulla forma fisica.
Quant’è cambiato a livello femminile con l’arrivo di Markus Cramer?
Sì, perché lui ha sempre lavorato in una maniera molto diversa da come ero abituata io, soprattutto sulla quantità e sull’intensità degli allenamenti. Il primo anno è stato un bel cambiamento perché non ero abituata a moltissime ore di allenamento. Con lui sono arrivata ad allenarmi quasi duecento ore in più in un anno, vivendo così un bel mutamento.
La stagione 2023-24 ha rappresentato un passo in avanti per lei. Quanto l’ha cambiata la carriera?
Sono stato molto contenta per come ho gestito la stagione visto che in estate ho avuto un problema al ginocchio. Ciò mi impediva di correre e ad adattare gli allenamenti, imparando però altre cose e aumentando la mia voglia di gare. Ho completato così una delle stagioni più costanti ottenendo più risultati di livello, rimanendo sempre attorno alla top 20. Al di là di questo sono stata molto soddisfatta nell’aver gestito le situazioni e aver per la prima volta veramente in mano quanto stava accadendo.
Quanto l’ha aiutata lavorare costantemente nel massimo circuito?
Moltissimo, perché aiuta a conoscere sì il ritmo delle avversarie, ma al tempo stesso è molto impegnativo essere ogni weekend via. E’ necessario quindi dosare al meglio le energie, anche se è quello il livello per cui ci alleniamo.
Partecipando alle gare sprint, quanto l’ha aiutata nelle prove più lunghe?
In realtà è più probabile il contrario visto che le sprint sono quattro batterie da poco più di quattro minuti l’una dove devi andare a tutta e cercare di tenere il ritmo. Essere un’atleta più propenso alle gare distance aiuta quindi a tenere maggiormente i ritmi delle sprint. Nella stagione 2021-22 sono riuscita praticamente a centrare la qualificazione in tutte le prove sprint, ma l’anno successivo, quando è arrivato Cramer in squadra, ho cambiato allenamento e ho così faticato maggiormente. Qualcosa fisicamente era cambiato e per questo motivo mi sono dedicata maggiormente alle distance. Come ogni cosa, è necessario però avere il tempo giusto per adattarsi alle nuove condizioni e già lo scorso anno sono andata meglio. Quest’anno spero di migliorarmi nuovamente perché sono un’atleta polivalente e mi piace affrontare qualsiasi format in qualsiasi tecnica.
All’Olimpiade di Pechino 2022 ha fatto tutte le gare. Ci racconta la sua esperienza?
Fino a una settimana prima di partire per la Cina stavo benissimo. Poco prima della trasferta ho affrontato un piccolo periodo di scarico che non mi ha aiutato, anzi, quando sono arrivata alle gare facevo molta fatica. E’ stata molto dura scendere in pista e non riuscire a sentirsi come qualche giorno prima. Abbiamo gareggiato inoltre in altura, a quasi 1800 metri, e probabilmente ho subito questo aspetto oltre alle restrizioni legate al Covid. E’ stata comunque una bella esperienza essendo stata la mia prima Olimpiade, però non sono rientrata soddisfatta perché, per come mi sentivo prima di partire, avrei fatto almeno quanto avevo fatto nel resto della stagione. Sono comunque esperienze che ti aiutano a crescere e non commettere più gli stessi sbagli.
Nei prossimi anni potremo vedere alcune giovani in Nazionale?
Me lo auguro perché lavorare in gruppo aiuta e perché ciò porta a innalzare il livello. Spero che da dietro ci sia qualcuno che possa arrivare e si possa innamorare di questo sport.
Nella prossima stagione potremmo vederla per la prima volta in top ten in una gara di Coppa del Mondo?
L’obiettivo è quello. Ora mi conosco bene e ciò mi consente di fare le cose in base a come mi sento. Quando arrivo al cancelletto, so di aver fatto tutto quello che potevo e per questo spero che tutto il lavoro che sto svolgendo possa portare i suoi frutti.
Come si vede in vista dell’Olimpiade Invernale di Milano-Cortina 2026?
Per un’atleta della Val di Fiemme come me, è bellissimo pensare di avere l’Olimpiade in casa. Ovviamente ci vorrò essere e vorrò far bene, motivo per cui stiamo lavorando anche per quell’appuntamento.