La sorpresa più grande nella prima giornata della gara femminile a squadre del tennistavolo è la sconfitta della Romania, testa di serie n.4 e grande favorita per un posto sul podio, contro l’India. Ancora più sorprendente il fatto che in panchina, come c.t. delle indiane, c’è un allenatore che, nonostante nome e cognome chiaramente italiani, viene descritto da un telecronista di Eurosport come “il tecnico che parla inglese con un accento francese”. Che un tecnico italiano, nato a Senigallia, parli inglese con un accento francese non si era ancora sentito. Che non si riconosca, poi, il personaggio italiano più rappresentativo di questo sport è un’altra storia. Massimo Costantini, 66 anni, il tecnico in questione, come giocatore ha avuto una carriera da record, 452 presenze nella Nazionale maggiore (superato solo da Silipo, pallanuoto, con 482, e Giani, pallavolo, con 474), ma con altre 50 maglie nella Nazionale giovanile, a fare di lui l’azzurro più azzurro di tutti, oltre a essere l’italiano con il più lungo periodo in Nazionale, 22 anni, davanti a leggende come Piola, Pietrangeli e Meneghin. E adesso sta conquistando i migliori riconoscimenti mondiali alla guida di squadre nazionali straniere mentre l’Italia continua a snobbarlo e a non riuscire più a qualificare propri uomini alle Olimpiadi.
Lui continua a stabilire record, è il tecnico italiano con più partecipazioni ai Giochi olimpici alla guida di nazioni diverse: Italia nel 2004, Stati Uniti nel 2016, India nel 2024. E quello che è più paradossale e incredibile è che non gli fu rinnovato il contratto proprio dopo che, da direttore tecnico di tutte le Nazionali dell’Italia (con Maurizio Errigo in panchina per la squadra femminile) portò all’Olimpiade di Atene 2004 la più numerosa spedizione azzurra di sempre. Da allora, la presenza maschile ai Giochi si è limitata alla partecipazione di Mihai Bobocica nel 2008 e 2012, non qualificato ma ripescato per la posizione nella classifica internazionale. Nelle ultime tre edizioni, nessun azzurro ai Giochi, l’Italia è stata rappresentata solo dalle donne.
Al contrario dell’Italia, in caduta libera, l’esperienza olimpica di Costantini si è arricchita sempre più e, contemporaneamente, ha fatto la fortuna di altre nazioni che le Olimpiadi, prima di avere lui come c.t., se le sognavano. E’ alla sua terza Olimpiade da allenatore, dopo avervi partecipato da giocatore nel 1988 a Seul, all’esordio di questo sport ai Giochi. Dopo quella del 2004 già citata e dopo essere stato cacciato dalla Federazione italiana, Costantini dà il via al suo personale giro del mondo, comincia con gli Emirati Arabi e poi va negli Stati Uniti. Nel 2012 guida tre suoi atleti di club alla qualificazione per l’Olimpiade di Londra, lui è in panchina, ma ai Giochi gli Usa devono mandare un allenatore che ha un contratto con la Federazione, così Costantini rimane a casa, sarebbe stata la sua quarta edizione da tecnico. Resta il record di tre suoi atleti qualificati, nessun altro allenatore del mondo, cinesi inclusi, ha mai fatto lo stesso. Nel 2016 gli Usa rimediano e gli assegnano il ruolo di c.t., lui porta altri due atleti statunitensi ai Giochi. Poi, altro cambio: va in India, chiamato a costruire una nazionale che non ha ottenuto grandi risultati fino a quel momento. E qui realizza il suo capolavoro: tutti i giocatori indiani migliorano la loro classifica mondiale anche di centinaia di posizioni ed entrambe le squadre, uomini e donne, cominciano a vincere. E arrivano medaglie record ai Giochi del Commonwealth (3 ori, 2 argenti, 3 bronzi), con vittoria in entrambe le gare a squadre e nella classifica finale per nazioni, medaglie a sorpresa ai Giochi Asiatici, contro le più forti nazioni del mondo (Cina, Giappone, Sud Corea, Hong Kong, Singapore), giocatori e giocatrici indiani autori di exploit incredibili, a partire da Manika Batra, la ragazza che ha vinto due ori (singolo e squadre ai Giochi del Commonwealth) e che nel 2018 viene premiata come rivelazione dell’anno, superando anche gli uomini, perché il premio è unisex.
Ma il riconoscimento più importante è per Costantini, che è eletto come “Allenatore dell’anno” del 2018 dalla Federazione internazionale, superati anche i tecnici cinesi, che monopolizzano questo premio. Ed è proprio l’Ittf a offrirgli un contratto come capo del progetto di formazione giovanile nel mondo. Costantini accetta ed è una nuova partenza, con ulteriori riconoscimenti ufficiali. E in tutto questo tempo la Federazione italiana si distingue per non fargli mai un’offerta per ridargli il ruolo di c.t. della nazionale, nonostante il crollo dei risultati degli azzurri. L’occasione per la Fitet si presenta quest’anno, perché si conclude il progetto mondiale giovanile dell’Ittf e Costantini è di nuovo libero sul mercato, tant’è che riceve offerte da sei nazioni. Lui aspetta a dare una risposta perché non ha abbandonato la speranza di tornare a guidare l’Italia. E stavolta sembra che la Fitet sia davvero intenzionata a riprenderlo. Ci sono contatti fra il presidente federale Renato Di Napoli e Costantini, ma alla fine l’accordo non si trova. E Costantini decide di accettare l’offerta dell’India, che negli ultimi anni non ha confermato, con nuovi allenatori, i risultati avuti con lui alla guida.
Ma cosa è andato storto nel contatto con la Fitet? Costantini ha una risposta diplomatica: “Il desiderio di tornare a contribuire alla crescita tecnica dell’Italia è sempre presente, ma poi i contratti si sottoscrivono in due e se i due non trovano punti concordanti allora rimane solo un desiderio da posticipare”. La verità è semplice: la Federazione italiana ha fatto un’offerta economica inadeguata al valore di Costantini, che già aveva abbassato la sua richiesta rispetto a quanto (molto di più) avrebbe potuto avere dalle altre nazioni, pur di tornare a guidare l’Italia. Lui ha abbassato la richiesta, la Fitet non ha alzato l’offerta, il risultato è che il tennistavolo italiano ha perso ancora una volta la possibilità di avere un allenatore che nel mondo è giudicato alla pari dei tecnici cinesi, i quali lo invitano a tenere corsi nei loro Centri specializzati. Rimane solo la Federazione italiana a non riconoscere il suo valore e a distruggere quel poco che resta del tennistavolo azzurro.
A Costantini non resta altro che continuare a stabilire record, a partecipare alle Olimpiadi, a provocare sorprese contro nazioni più forti. Con l’India!
Dal nostro inviato a Parigi Gennaro Bozza