I trasporti a Parigi, soprattutto nel periodo dell’Olimpiade, sono stati il punto dolente per i cittadini e per gli ospiti, atleti e turisti. Già ne abbiamo parlato a proposito dei problemi derivati dalla chiusura di alcune stazioni della metropolitana. Alcune sono state riaperte dopo la cerimonia inaugurale, altre resteranno chiuse fino a quando non sarà conclusa anche la Paralimpiade, e in questo caso il problema persiste perché sono stazioni “di incrocio”, vale a dire che permettono lo smistamento su altre linee. Senza questa possibilità, bisogna fare giri molto più lunghi.
Stavolta, mettiamo in evidenza una curiosità e un approfondimento sui trasporti per gli atleti. La curiosità riguarda le linee metro più antiche. Qui, la cosa più divertente è che i treni della metro camminano su ruote con pneumatici e non di ferro sui binari. Nella foto si può vedere chiaramente uno di questi treni. In realtà, il binario esiste, ma è affiancato da due piastre che sono la base su cui poggiano gli enormi pneumatici del treno.
E passiamo alle dolenti note che riguardano il trasporto degli atleti. Si è detto, sui vari mezzi di informazione, che i bus per gli atleti non hanno l’aria condizionata. Beh, la situazione, se possibile, è ancora peggiore. Tutti i finestrini di questi bus sono sigillati, per cui non è possibile aprirli per cercare un po’ di aria fresca. Ma sono sigillati come se fossero la scena di un reato, se dovessero essere rotti da qualcuno dovrebbero intervenire gli agenti dell’antiterrorismo e smontare completamente il bus. Può sembrare assurdo, ma è proprio così.
Altro problema derivante da questa chiusura. Non è possibile aprire neanche il finestrino del guidatore, chiuso pure quello con lo stesso dispositivo. In questo caso, la conseguenza ha anche altri aspetti. Se l’autista ha bisogno di chiedere a un passante le indicazioni per andare all’impianto, non può farlo, perché il finestrino è chiuso ermeticamente. L’obiezione è: ma che necessità avrebbe l’autista di chiedere informazioni a un passante? E qui viene il bello. Quasi tutti gli autisti dei bus per il trasporto degli atleti non sono di Parigi, anzi, non sono nemmeno francesi, ma belgi nella maggiorparte. Nessuno di loro conosce le strade di Parigi.
E’ successo che i parigini se ne sono andati in vacanza e il comitato organizzatore ha rimediato con francesi che non conoscono Parigi e autisti di altre nazioni, i belgi in particolar modo. Ci sarebbe anche il navigatore, ma anche quello provoca problemi, tanto che è accaduto spesso che, nonostante le indicazioni di questo sistema, l’autista si è ritrovato in posti lontani dalla meta fissata e non sapeva più dove andare. Tutto questo, alla fine, provocava notevoli allungamenti dei percorsi e tempi di percorrenza insostenibili, soprattutto senza l’aria condizionata.
Restando agli atleti, e lasciando da parte i trasporti, altro problema è quello degli alloggi senza aria condizionata, messo in evidenza soprattutto dalla foto in cui si vede Thomas Ceccon dormire all’aperto, sdraiato per terra vicino a una panchina. Beh, il paradosso è che la situazione non era uguale per tutti gli atleti, c’erano anche quelli che, senza aria condizionata, riuscivano a dormire bene. Ma questo non significa che Ceccon sia un tipo poco disposto al sacrificio. Significa che, a seconda di dove fossero gli alloggi, si avevano condizioni diverse di abitabilità, con camere bollenti e camere fresche. Dipende dagli edifici del villaggio degli atleti. Alcuni di questi sono esposti al sole, altri sono “protetti” da altri edifici. Si verifica anche il caso di edifici per metà bollenti e metà freschi, in base alle diverse ali della costruzione. Può apparire strano che questa banale differenza determini differenze così grandi di temperatura, ma è davvero così. Per cui, giusto per fare un esempio, gli atleti dell’India, che si ritrovavano in un edificio al riparo dal sole, dormivano addirittura senza tenere le finestre aperte di notte, loro stessi hanno detto che le loro camere erano “fresche”.
Si potrebbe continuare con tanti esempi, di trasporti, alloggi, mense e altro ancora, ma tutto questo rende bene l’idea di una evidente approssimazione nell’organizzare l’Olimpiade e di una altrettanto chiara arroganza quando la sindaca di Parigi, Hidalgo, dichiara che questa Olimpiade è stata un successo. “I Giochi ci hanno permesso di accelerare la trasformazione a beneficio della cittadinanza” ha detto la Hidalgo. Certo, se si raddoppia il costo del biglietto della metropolitana, da 2,10 a 4 euro nel periodo dal 20 luglio all’8 settembre, poi si può dire che quei soldi serviranno anche a realizzare miglioramenti della metropolitana già progettati, per cui l’Olimpiade sarà servita a rendere più efficace il sistema di trasporti di Parigi. Quindi, i cittadini pagano di tasca propria, oltre alle tasse che già versano allo Stato, i miglioramenti che si sarebbero dovuti realizzare con i soldi delle tasse già versati. Complimenti alla sindaca Hidalgo, con la scusa delle Olimpiadi i cittadini sono obbligati a partecipare alle spese a loro insaputa. E il risultato è tutt’altro che un successo.
Dal nostro inviato a Parigi
Gennaro Bozza