Per tutti i ciclisti e per tutti gli appassionati di ciclismo, sono tre i grandi giri che catturano l’attenzione degli spettatori e spremono completamente le energie degli atleti; da sempre, sono tre i grandi giri imperdibili: il Giro d’Italia, il Tour de France e la Vuelta a Espaňa.
A casa, davanti al televisore, o al computer, sfruttando una delle tante piattaforme di streaming, gli amanti delle due ruote sottili fanno i salti mortali tra lavoro e altri impegni per non perdersi nemmeno una tappa. I più sfortunati recupereranno con le sintesi e i post tappa di inizio serata, mentre i più fortunati, quando il Giro passa vicino a casa, mollano lavoro e scuola per seguire i campioni dal vivo, magari in occasione di una tappa di montagna.
E i ciclisti? Partecipare ad una delle grandi corse è sempre una grande soddisfazione, vincere una o più tappe è un sogno per qualunque corridore professionista; indossare la maglia rosa, la maglia gialla o la maglia rossa anche solo per poche tappe, significa moltissimo nella carriera di un ciclista, così come poterla indossare a fine corsa è il coronamento di un sogno inseguito per tre settimane, spingendo sui pedali, con spirito di abnegazione e tantissimo sacrificio e gioco di squadra.
Giro, Tour e Vuelta e le vittorie in tutte e tre le grandi corse
Tra coloro che possono vantarsi di avere vinto almeno una volta il Giro, il Tour o la Vuelta, alcuni sono stati così grandi da aver portato a casa una doppietta lo stesso anno. Giro e Tour, Giro e Vuelta, Tour e Vuelta: i nomi degli atleti che hanno inanellato due “maglie” nello stesso anno solare sono marcati per sempre nella memoria storica del ciclismo di tutti i tempi.
Nessun ciclista, fino ad oggi, è mai riuscito a vincere le tre grandi corse nello stesso anno; sarà solo perché nessuno di coloro che ha vinto due grandi corse ha mai partecipato anche alla terza nella stessa stagione ciclistica? Ad esempio, se lo sloveno Pogačar in questi giorni stesse correndo la Vuelta, quanti non scommetterebbero su di lui per la maglia rossa? Quanti non correrebbero a puntare su una sua vittoria di tappa di montagna sul sito di uno dei tanti bookmakers non AAMS aperti ai giocatori italiani?
Partiamo da due eccezioni: sono solo due i ciclisti che hanno vinto tutte e tre le corse, ma in anni differenti: Felice Gimondi e lo squalo di Messina, Vincenzo Nibali.
Gimondi ha vinto il Giro nel 1967, nel 1969 e nel 1976; nel 1965, ha vinto il Tour, mentre nel 1968 è tornato vittorioso dalla Spagna. Il messinese è stato maglia rosa nel 2013 (anno in cui è arrivato secondo alla Vuelta, sfiorando dunque la doppietta) e nel 2016, maglia gialla nel 2014 e maglia rossa nel 2010.
Il più grande di tutti i tempi: Eddy Merckx!
Uno dei più grandi nomi del ciclismo di tutti i tempi è senza dubbio quello di Eddy Merckx. Il belga ha indossato la maglia rosa e la maglia gialla per ben tre volte nell’arco di cinque anni: 1970, 1972 e 1974.
Ma Merckx non si è limitato a queste tre doppiette, ha fatto molto di più: nel 1973 è stato in grado di vincere sia il Giro, sia la Vuelta. L’unico abbinamento che non è riuscito a questo campione è stato il Tour e la Vuelta, ma glielo si può perdonare, dato che nel 1974, oltre a Giro e Tour, Merckx ha vinto anche il Mondiale su strada!
Coppi, la prima doppietta Giro Tour e i bombardamenti su Milano
Se Merckx ha, per ora, il maggior numero di doppiette nei grandi giri, c’è un altro nome di cui tutti ricordano le imprese: Fausto Coppi. L’italiano è stato il primo nella storia del ciclismo a vincere nel corso della stessa stagione sia il Giro, sia il Tour; era il 1949, impresa ripetuta nel 1952.
A chi oggi pedala per passione o per professione, ricordiamo che Coppi saliva su biciclette tutt’altro che leggere, con cambi tutt’altro che performanti: basti ricordare che, nel 1942, quando il ciclista di Castellania segnò il nuovo record dell’ora (45,798 km, strappato al francese Archambaud), la sua bici pesava 7,5 kg e montava dei tubolari dal peso, allora ridottissimo, di 110 grammi all’anteriore e 120 grammi al posteriore. Non solo: Coppi percorse i 100 km che separavano casa sua dal velodromo Vigorelli in bici, come riscaldamento, e l’orario della sfida venne fissato tra quelli in cui erano meno probabili i bombardamenti.
Decisamente, erano altri tempi!
Giro e Tour e Tour e Vuelta: le doppiette dei francesi e degli spagnoli
Gli altri ciclisti con due doppiette ciascuno sono Bernard Hinault e Miguel Indurain. Il francese vinse Giro e Tour nella stessa stagione sia nel 1982, sia nel 1985; lo spagnolo indossò maglia rosa e maglia gialla per due anni di fila: 1992 e 1993.
Il francese Hinault, però, può vantare anche un’altra doppietta: Tour e Vuelta nel 1978.
Un altro nome che il mondo del ciclismo professionistico ricorda è quello di Jacques Anquetil. Il francese è stato il primo in assoluto a realizzare la doppietta Tour – Vuelta: era l’anno 1963, mentre l’anno successivo, Anquetil riporta un’altra doppia vittoria: Giro e Tour.
Le altre doppiette: Battaglin, Contador, Froom e Roche
Vi sono altre doppiette da ricordare, come quella di Giovanni Battaglin, professionista dal 1973 al 1984. Il ciclista di Marostica fu il secondo, dopo Eddy Merckx, a vincere Giro d’Italia e Vuelta a Espaňa: correva l’anno 1981.
La stessa impresa riuscì solo parecchi anni dopo ad Alberto Contador, il madrileno che indossò maglia rosa e maglia rossa nel 2008, mentre nel 2017 Chris Froome vinse sia il Tour, sia la Vuelta (il britannico era andato vicinissimo alla doppietta l’anno precedente, ma si dovette accontentare di un secondo posto in Spagna).
Nel 1987, l’irlandese Stephen Roche vinse Giro, Tour e campionato mondiale su strada, triplette che fino ad oggi è riuscita, lo ricordiamo, solo al campionissimo Merckx.
Le maglie rosa e le maglie gialle di Pantani e Pogačar
Ci sono altri due nomi da segnalare, entrambi mitici e per sempre nel cuore degli appassionati di ciclismo. Si tratta di Marco Pantani e di Tadej Pogačar.
Entrambi hanno segnato un solo doppio successo all’interno della stessa stagione, entrambi hanno indossato maglia rosa e maglia gialla, rispettivamente nel 1998 e nel 2024.
La storia al contempo esaltante e triste del pirata di Cesenatico è nota a tutti e la narrazione degli eventi che hanno portato alla sua sconsolata e solitaria fine meritano uno spazio a sé: la capacità e la forza che Pantani ha mostrato nel rialzarsi non una, ma più e più volte, fanno passare in secondo piano le debolezze cui ha ceduto nelle ultime settimane, negli ultimi mesi della sua vita.
Per quanto riguarda lo sloveno, invece, solo il tempo potrà dirci se sarà davvero un degno erede del pirata, ma di certo da lui possiamo aspettarci grandi cose.