Sempre di più, Jannik Sinner. L’azzurro sconfigge il britannico Jack Draper (25 ATP) in un match durissimo di oltre tre ore e vola in finale agli US Open, la seconda nella stagione e in carriera in uno Slam. Jannik è il primo tennista italiano (tra gli uomini) ad issarsi all’ultimo round a New York (le prime azzurre sono le indimenticabili Vinci e Pennetta, nel 2015). Grazie al suo storico risultato, nel 2024 l’Italia è protagonista in tutte le finali Major. Risultati strepitosi, mai visti, impensabili fino all’anno scorso.
Ad inaugurare la magica stagione nei Majors per il tennis azzurro, è lo stesso Jannik, con la storica vittoria agli Australian Open, poi Jasmine Paolini incanta con il suo gioco e il suo sorriso giungendo in finale al Roland Garros e a Wimbledon (prima tennista italiana di sempre – tra uomini e donne – a disputare due finali Slam di fila); infine, ancora Sinner, con la splendida cavalcata a Flashing Meadows. E poi i magici doppi: Errani e Paolini brillano in finale al Roland Garros, Bolelli eVavassori in finale a Melbourne e a Parigi, infine Errani e Vavassori a Flushing Meadows trionfano nel misto a New York, giovedì. Pazzesco.
Dopo le difficoltà fronteggiate negli ultimi mesi, la finale di New York vale mille volte di più per Jannik. Un risultato che è frutto di una maturità straordinaria per la sua età (al suo livello solo i Big Three) e, soprattutto, frutto di una calma e una serenità ancora più preziose quando si deve affrontare la bufera dopo una positività ad un controllo antidoping, malgrado l’assoluzione in primo grado. E poco importa se sei innocente, se la quantità rilevata nel tuo corpo è meno di un miliardesimo di grammo e sei stato contaminato inconsapevolmente perché la sostanza vietata ti viene trasmessa con un massaggio senza guanti: la macchina del fango parte a razzo ed accelera, sfreccia sui social, sui giornali, sulle piattaforme senza pietà. Proprio per questo, il risultato agli US Open vale ancora di più, perché “bacchetta” sul campo la schiera (troppo) numerosa di chi non ha esitato a gettare ombre sull’azzurro, senza considerare oggettivamente il fatto che si sia trattato di un incidente.
Si fa presto ad accusare, ma Shapovalov, Kirgios & Co., “scandalizzati” per l’accaduto e per come, secondo loro, Jannik abbia avuto un trattamento diverso dagli altri “positivi” – tesi peraltro sposata da due super-big come Djokovic e Federer ma elaborata con una riflessione approfondita sul sistema e con una totale fiducia nella buona fede di Sinner – , ieri hanno avuto, sul campo, la risposta più silenziosa ma più potente di tutte, da n. 1 del mondo, comunque vada l’esito della finale.
Riassumiamo brevemente i fatti sulla base del comunicato ufficiale diramato poco tempo fa da Jannik Sinner: nel mese di aprile Jannik è risultato positivo per tracce di metaboliti del Clostidol (meno di un miliardesimo di grammo), sostanza vietata dal regolamento dell’anti-doping. In realtà si è trattato di una contaminazione accidentale a causa di un trattamento fisioterapico. Il preparatore atletico di Sinner aveva acquistato in farmacia una pomata (contenente tale sostanza) per il fisioterapista di Jannik poiché, lo stesso fisioterapista, si era ferito ad un dito. Sinner non ne sapeva nulla e, preparatore e fisioterapista, ignoravano la presenza del Clostidol nella pomata. Purtoppo, il fisioterapista ha poi trattato Jannik senza guanti e, toccando alcune ferite sul corpo del tennista, ne ha causato la contaminazione. Sinner e il suo team hanno collaborato subito e pienamente con l’ITIA per cercare di capire come sia avvenuta la contaminazione e, dopo indagini approfondite, il Tribunale Indipendente ha decretato la totale innocenza di Jannik. Tuttavia, per le regole severe del regolamento anti-doping, l’azzurro ha dovuto rinunciare ai punti conquistati al torneo di Indian Wells, dove era stato effettuato il test.
Inevitabile, alla fine, da parte di Sinner, l’interruzione della collaborazione con preparatore atletico e fisioterapista, rei di una leggerezza gravissima che avrebbe potuto avere conseguenze devastanti per il tennista.
E invece Jannik, con calma e in silenzio, si lascia alle spalle il vento delle polemiche e corre veloce a New York. Batte Mac Donald, Michelesen, O’Connell, Paul e, soprattutto, ancora una volta l’ “orso” Medvedev ai quarti, prima di regolare anche la pratica Draper. Perde finora solo due set, nel match d’esordio e con il russo. Jannik è il quinto tennista negli anni 2000 a vincere 22 o più partite Slam in una stagione dopo Djokovic (8 volte), Federer (6), Nadal (6) e Murray (2). Mette a segno l’11esima vittoria di fila considerando il successo a Cincinnati, il quarto titolo stagionale in quattro finali. Non solo. Grazie alla vittoria contro Draper, il tennista di Sesto supera la quota dei 10.000 punti in classifica.
In finale sfiderà Taylor Fritz, n. 12 del mondo, vittorioso contro il connazionale Frances Tiafoe, in quella che è stata la prima semifinale maschile a stelle e strisce in un Major dopo quella tra Agassi e Ginepri, agli US Open del 2003. I due sono 1-1 nei confronti diretti, entrambi giocati a Indian Wells, nel 2021 e nel 2023. Taylor è alla sua prima finale Major ed è il primo statunitense uomo ad issarsi all’ultimo round nella Grande Mela dopo Andy Roddick sconfitto, nel 2006, da Roger Federer (Andy aveva vinto il titolo nel 2003), così come il primo americano, nel torneo maschile, a disputare una finale Slam tout court sempre dopo Roddick, a Wimbledon, nel 2009, ancora battuto dallo svizzero.