Stephen Awuah Baffour è stata probabilmente una delle sorprese più belle che il 2024 abbia regalato all’atletica italiana. Il portacolori del Battaglio C.U.S. Torino ha corso a Londra i 100 metri in 10”17 avvicinando la top ten tricolore all-time e firmando il quinto tempo dell’anno nel Bel Paese. Nonostante debba ancora compiere ventuno anni, il velocista romano ha già le idee ben chiare come mostrato ai Campionati Italiani Under 23 dove ha sbaragliato la concorrenza confermando di essere uno dei più bei prospetti dello sport italiano. Pensare di poter raggiungere Marcell Jacobs e gli altri leader della velocità mondiale potrebbe apparire prematuro, ma non per Baffour che ha tutta l’intenzione di stravolgere al più presto le graduatorie.
Si aspettava di scendere sotto i 10″20 già durante il 2024?
Sinceramente me l’aspettavo perché con il mio allenatore avevamo programmato di correre certi tempi entro la fine della stagione. Mi sono allenato molto forte durante l’inverno per poter correre così veloce durante l’anno. Questo mi ha portato a correre sui dieci secondi bassi, ma mi auguro di poter correre anche attorno nove. Chiaramente se facessi anche dieci netti sarei comunque felice.
Quali sono i prossimi appuntamenti?
Ci saranno i Campionati di Società prima di chiudere la stagione dove correrò sui 100 e sui 200.
Ci racconta come è arrivata l’esplosione in questa stagione?
Ho fatto un paio di gare sia in Inghilterra che in Italia che mi hanno aiutato a migliorare passo dopo passo. Se non avessi disputato quelle prove, non credo che avrei corso in 10”17 come a Londra. In quasi ogni gara miglioravo e questo mi ha reso particolarmente felice.
Vivendo in Gran Bretagna, come gestisce la spola con l’Italia per gareggiare?
Ho iniziato a venire in Italia a gareggiare dal 2023, però riesco a gestire i viaggi abbastanza bene visto che sono abituato. All’inizio chiaramente è stato complicato visto che era tutto nuovo Vivendo a Coventry, devo affrontare circa due ore e mezza di auto prima di raggiungere Londra e prendere l’aereo. A quel punto mi sposto nei luoghi dove sono in programma le gare; quindi, il percorso rimane sempre abbastanza lungo.
Nel Regno Unito c’è una considerazione diversa dell’atletica rispetto all’Italia oppure la situazione è simile?
In Inghilterra non prendono l’atletica così seriamente come in Italia. Qui aiutano molto di più gli atleti a crescere e per questo ho deciso di gareggiare per l’Italia. Avrei potuto prendere il passaporto britannico abitandoci da oltre otto anni, ma ho preferito puntare alla maglia azzurra dove ho più possibilità di migliorare.
In molti la considerano il futuro dei 100 metri italiani. Pensa di poter presto rivaleggiare con Marcell Jacobs e Chituru Ali?
Mi sto allenando intensamente proprio per poter un giorno essere nella mischia insieme a loro. Mi auguro di poter gareggiare presto con loro così posso vedere a che livello mi trovo e capire cosa fare per raggiungerli. E chissà, magari un giorno batterli.
In vista del prossimo quadriennio c’è spazio per lei nella staffetta 4×100?
Alla prossima Olimpiade vorrei correre per l’Italia, soprattutto nei 100 o nei 200. Poi se dovessi far parte della staffetta sarei felice. Il mio obiettivo principale rimangono però le discipline individuali.
L’abbiamo vista distinguersi anche sui 200. Punterà sempre maggiormente sui 100 oppure potrebbe aprirsi anche sulla distanza più lunga?
Punto su entrambe a far ottimi risultati perché è vero che attualmente sono più performante sui 100, ma i tempi sui 200 non riflettono il mio vero valore. Mi allenerò comunque per migliorare anche in quel settore.
Quali sono i prossimi obiettivi per il suo futuro?
Vorrei far parte della spedizione italiana agli Europei Under 23 correndo 100, 200 e staffetta 4×100 metri. Se Dio vorrà, vorrei far parte anche della squadra azzurra ai Mondiali assoluti in programma a Tokyo.