Perugia è una città maledetta per i tifosi della Juventus. Lì, sotto un acquazzone torrenziale, il 14 maggio 2000 la Vecchia Signora perdeva uno scudetto già cucito sul petto a favore della Lazio complice il gol del difensore Alessandro Calori, in grande spolvero quell’annata con cinque reti.
Una disfatta rimasta nella memoria dei supporters bianconeri che hanno però, volutamente in molti casi, dimenticato un’altra pessima giornata allo Stadio Comunale di Pian di Massiano. Stiamo parlando dell’ultima giornata del campionato di Serie A 1975/76 e della magica rimonta del Torino di Gigi Radice e dei “gemelli del gol” Paolo Pulici e Francesco Graziani.
Per comprendere quanto accadde nella città umbra il 16 maggio 1976 è necessario fare un passo indietro e tornare alla primavera quando la Juventus di Carlo Parola è nettamente al comando della graduatoria. La squadra è reduce dalla vittoria dello scudetto e può vantare un undici tutto italiano composto da Dino Zoff in porta, Gaetano Scirea, Francesco Morini e Claudio Gentile in difesa; Franco Causio, Antonello Cuccureddu, Giuseppe Furino e Marco Tardelli a centrocampo; Roberto Bettega, Pietro Anastasi e Josè Altafini in attacco. Insomma, lo scheletro della Nazionale Italiana.
La formazione è nettamente favorita per la conquista del titolo come dimostrato nella prima fase del campionato quando si laurea campione d’inverno con tre punti sul Torino. Dopotutto, dopo un risultato quasi scontato dopo un inizio ad appannaggio del Napoli, agganciato e superato proprio dai piemontesi alla nona giornata. A quel punto tutto sembrava in discesa per la Juventus che fra marzo e aprile si inceppa e cade prima a Cesena, poi viene battuta a domicilio dai cugini del Toro e infine perde pure a San Siro il Derby d’Italia con l’Inter.
In quelle settimane il Torino tira dritto, trascinato dai gol di Pulici e Graziani e, come una macchina perfetta, prende per la prima volta durante l’anno la vetta della classifica e si presenta all’ultima giornata con un punto di vantaggio sui concittadini. L’undici di Radice gioca con un Cesena sorpresa del campionato e sorprendentemente in lotta per una storica qualificazione in Coppa Uefa, la formazione di Parola ha invece un compito apparentemente più leggero come il Perugia di Ilario Castagner, alla prima esperienza in A, ma subito pronta a prendersi un posto fra le big.
Gli highlights di Perugia-Juventus del 16 maggio 1976
La Juventus parte forte: dopo un solo minuto Tardelli minaccia la porta di Roberto Marconcini da fuori, poco dopo è Sergio Gori a prendere l’esterno della rete. La fiammata bianconera dura però soltanto venti minuti con il Perugia che, piano piano, si prende il campo. Nella ripresa è nuovamente la Juventus ad andare vicina al gol con Causio, ma al 55’ arriva la doccia fredda firmata Renato Curi che trafigge Zoff e zittisce il pubblico bianconero. Cuccureddu non ci sta e prova due volte a impensierire Marconcini, ma il Perugia è in stato di grazia chiudendo così agli uomini di Parola la porta verso la rimonta.
Lo scudetto torna ventisette anni dopo a Torino, sponda bianconera, grazie al pareggio per 1-1 contro il Cesena di Pippo Marchioro. Sarà l’epilogo di una stagione pazza, preludio però di drammi ancor più grandi, dalla morte di Renato Curi l’anno successivo proprio contro la Juventus al “suicidio collettivo” nell’acquitrino umbro del 14 maggio 2000 che segnerà il capolinea dell’esperienza bianconera di Carlo Ancelotti.