EST
N.1 Boston contro N.8 Chicago (passaggio del turno secondo il BPI: 78% Boston, 22% Chicago). Questa serie, oltre al fatto che i Celtics sono favoriti e tornati al n.1 dell’Est dopo 10 anni, dimostra come una squadra che ha un grande manager possa risalire in poco tempo, mentre altre continuino a sbagliare e a restare ancorate al fondo della classifica. La stella di questa sfida è Isaiah Thomas dei Celtics, fantastica point guard alta solo 1.75 in perenne crescita e miglioramento (quest’anno 28.9 punti di media). Era stata una pesca miracolosa al secondo giro per i Sacramento Kings che, dopo tre buone stagioni, hanno però deciso di mandarlo via, convinti che non fosse una guardia in grado di guidare una squadra ai playoff. Nello scambio, hanno acquisito i diritti di Alex Oriakhi che, passato per Capo d’Orlando, oggi gioca ai Vaqueros de Bayamon… Con Thomas i Celtics sono n.1, i Kings annaspano nella bassa classifica. Purtroppo sabato è morta in in incidente d’auto la sorella 22enne di Isaiah, un colpo durissimo che avrà conseguenze anche sui Celtics, già etichettati come la più debole n.1 da tempo immemorabile. Di Chicago basta il commento del loro coach: “Siamo inconsistenti”. Una delle squadre più noiose dell’anno nonostante nomi potenti come Butler, Wade e Rondo.
N.2 Cleveland contro N.7 Indiana (BPI 80%-20%). I Cavs campioni sono un po’ come Milano: formidabili sulla carta, spesso deludenti nel gioco. Quest’anno hanno chiuso col peggior bilancio da quando è tornato LeBron, finendo con 9 vittorie nelle ultime 22 partite. Ma come si fa a non darli per favoriti con James, Irving, Love e un supporting cast al quale si sono aggiunti Korver e Deron Williams? Devono però giocare un po’ meglio per scaldare gli animi e non correre il rischio di perdere come in gara-1 (Indiana ha sbagliato l’ultimo tiro del sorpasso) dopo una prestazione difensiva orripilante. Indiana non è solo l’ormai stellare Paul George e conviene dare un’occhiata attenta a Myles Turner, un 2.11 che ha appena compiuto 21 anni, con un potenziale davvero interessante, secondo il grande capo dei Pacers Larry Bird addirittura da superstar.
N.3 Toronto contro N.6 Milwaukee (BPI 83%-17%) Altra serie apparentemente segnata dal pronostico soprattutto perché i Bucks hanno perso per infortunio un giovane (1995) davvero strepitoso come Jabari Parker, ma messa subito in forse dalla vittoria in gara-1 degli sfavoriti. D’altronde i Raptors perdono sempre le gare di esordio dei playoff… Credo che al di la della supercoppia DeRozan-Lowry (49.7 punti a partita in due), l’asso nella manica dei Raptors per fare strada sia Serge Ibaka, arrivato a stagione iniziata da Orlando, col quale hanno già battuto Boston e Cleveland. Milwuakee, già detto tutto del fenomeno greco Giannis Antetokounmpo (The Greek freak), è arrivata fin qui anche grazie a un rookie di 24 anni, cioè “vecchissimo” per gli standard americani (uno che resta 4 anni all’università è considerato pochissimo dai pro…), scelto al secondo giro: Malcom Brogdon. Un uomo squadra che conosce la pallacanestro. Merita un po’ di attenzione.
N.4 Washington contro n.5 Atlanta (BPI 67%-33%) La sfida ovviamente più incerta… Ammetto di essere un po’ prevenuto verso la stella dei Wizards, John Wall, giocatore strepitoso ma in passato anche un limite ad alto livello nonostante i 10 e più assist di media. Ma le cose sembrano cambiate e il dato interessante è che ha ottenuto le migliori cifre in carriera adesso che il suo compagno Bradley Beal (altro da tenere ben d’occhio) ha raggiunto una eguale dignità al suo fianco, addirittura al decimale: tutti e due hanno chiuso la stagione con 23.1 punti di media. Il resto è di ottima qualità e, parere personale, se supera Atlanta poi potrebbe giocarsela alla pari coi Celtics. Gli Hawks sono in calo come numero di vittorie nelle ultime tre stagioni, quest’anno hanno perso Al Horford, Jeff Teague e poi Kyle Korver, ma è una squadra di sistema ed è pericolosa. L’arrivo di Dwight Howard, però, non ha lasciato il segno.
OVEST
N.1 Golden State contro n.8 Portland (BPI 99%-1%) I Warriors, favoriti anche dai bookmakers di Las Vegas per la vittoria del titolo, dopo essersi sparati nei piedi nella finale del 2016 che conducevano 3-1 su Cleveland, hanno preso un potenziale Mvp come Kevin Durant e quello che è successo ha, secondo me, del miracoloso. Durant, giocatore da quasi 17 tiri a partita, s’è bilanciato perfettamente con Steph Curry e Klay Thompson senza che i due campioni del 2015 rinunciassero ai loro 35 tiri a sera. Se tiene la difesa attorno a Drymond Green, non c’è n’è per nessuno. Portland non sembra avere la minima speranza ma ha uno dei miei giocatori preferiti, per quello che vale: CJ McCollum, un altro rimasto per 4 anni in una piccola università, Lehigh, e che migliora stagione dopo stagione anche nella Nba. Strepitoso.
N.2 San Antonio contro n.7 Memphis (BPI 90%-10%) La capacità di rinnovarsi restando al vertice degli Spurs è poetica… Perso Tim Duncan, con Tony Parker e Manu Ginobili ai minimi della loro produzione in carriera, San Antonio lotta per il titolo grazie a Kawhi Leonard, alla qualità di gioco superiore e alla capacità di utilizzare al meglio i veterani arrivati (Pau Gasol e David Lee) o di portare a un livello superiore i giocatori (Dewayne Dedmon, Jonathon Simmons). Anche a detta di Messina, Memphis è una avversaria adatta alle caratteristiche degli Spurs. I Grizzlies, nonostante Marc Gasol e Mike Conley, non riescono assolutamente a scaldarmi come squadra di vertice. Trasmettono qualcosa solo quando c’è in campo Zach Randolph, un ex reietto con un’energia e tecnica fantastica. Ma ha 35 anni… Non dovrebbe bastare a meno che gli Spurs, per la prima volta senza la leadership di Duncan, non si spaventino di fronte alle difficoltà vere.
N.3 Houston contro n.6 Oklahoma City (BPI 80%-20%) Anche se i pronostici sono tutti per Houston, datemi una poltrona comoda perché è la serie più stimolante: c’è la sfida tra i due Mvp della stagione, James Harden e Russell Westbrook. Il problema è che Harden ha una squadra attorno, Westbrook molto meno, ma è capace davvero di tutto. Bravissimo Mike D’Antoni che, cambiati 5 dei migliori 6 migliori realizzatori dei Rockets della passata stagione, ha subito ricostruito un gruppo vincente basato sulla sua pallacanestro estrema. E’ il favorito per vincere il titolo di allenatore dell’anno anche se, con 40 tiri da tre su 87 tentati di media, ogni tanto il suo basket stufa un po’… Fossi nei Rockets, starei molto attento pregando perché le percentuali da tre non li abbandonino.
N.4 L.A. Clippers contro Utah (BPI 59%-41%) Per le cifre è la sfida più equilibrata e forse è vero perché i Clippers, al di la di un organico almeno da finale, con Chris Paul, Blake Griffin, DeAndre Jordan e tanti altri, in realtà è ferma sempre lì, tra le prime ma senza la scintilla decisiva. I Jazz, alla migliore stagione dal 2010, sono tutti da verificare a questo livello considerato che la loro stella, Gordon Hayward, ha giocato solo 4 partite di playoff in carriera perdendole tutte. Ma proprio dai Jazz è arrivato il risultato più inatteso della serata inaugurale del primo turno, il successo nell’apertura a Los Angeles, legato al l’unico veterano della squadra, Jordan Johnson. Purtroppo il pivot francese Rudy Gobert, uno dei difensori più efficaci in area della lega, che ha chiuso la sua miglior stagione anche in attacco, si è infortunato al ginocchio in gara-1 ed è in forse nelle prossime partite togliendo ai Jazz molte speranze.
Luca Chiabotti