Quando Markus Winkelhock si presenta al via del Gran Premio d’Europa 2007 non sa ancora che il suo nome rimarrà nella storia della Formula 1. Lui che domenica 22 luglio 2007 si presenta al Nürburgring da esordiente assoluto al volante di una Spyker-Ferrari decisamente non all’altezza della situazione.
Figlio dell’ex pilota Manfred Winkelhock, Markus è reduce dal 2006 trascorso come collaudatore in Midland, ruolo mantenuto anche l’anno successivo quando è chiamato a testare la Spyker. L’occasione arriva però a inizio luglio, dopo il Gran Premio della Gran Bretagna, quando l’olandese Christijan Albers viene licenziato al termine dell’ennesima prova sottotono.
Markus si presenta alla Spyker con un bottino di 750.000 dollari che gli consentono di prendere momentaneamente il posto del pilota orange in attesa di trovare un altro atleta da affiancare al titolare Adrian Sutil.
E come prevedibile le cose si mettono subito male per Winkelhock che in qualifica gira in 1’35”940, distante quasi cinque secondi dal miglior tempo parziale di Fernando Alonso e distante oltre un secondo e mezzo dal compagno di scuderia, pronto a scattare al suo fianco la domenica in ultima fila.
Là davanti a sorpresa la pole va alla Ferrari con Kimi Raikkonen che ferma il cronometro in 1’31”450 rifilando quasi tre decimi alla McLaren-Mercedes di Alonso, dominatore sino a quel momento delle prove, e quasi quattro al compagno di squadra Felipe Massa.
A completare la seconda fila ci pensa il padrone di casa Nick Heidfeld alla guida di una performante BMW, mentre la grande delusione è rappresentata da Lewis Hamilton, costretto a scattare dalla decima piazza a causa di un incidente in Q3. I piloti della McLaren montano troppo velocemente le gomme morbide tanto che l’anteriore destra si buca e alla curva Schumacher l’inglese va contro le barriere, fortunatamente senza conseguenze.
Winkelhock è pronto a vivere una gara da comprimario, un giro di valzer prima di tornare nell’anonimato, ma al termine del giro di riscaldamento decide all’improvviso di cambiare le gomme e montare quelle da pioggia. Una mossa azzardata visto che l’asfalto è completamente asciutto, ma che a lungo andare potrebbe diventare redditizia.
Il tedesco parte quindi dalla pit lane rimanendo lontano dai guai, mentre al comando Raikkonen mantiene la vetta davanti a uno scatenato Massa che alla prima curva infila Alonso. Alle loro spalle le BMW mantengono le posizioni, mentre Hamilton si ritrova sesto nel giro di pochi chilometri, pronto ad andar all’attacco del podio. Alla seconda curva Heidfeld deve però difendersi dal compagno di squadra Robert Kubica che tenta il sorpasso, ma lo tocca portando con sé nella carambola anche Hamilton.
Il britannico tenta di evitare il contatto passando all’esterno, ma la BMW di Heidfeld sfiora la gomma e lo costringe ad affrontare l’intero giro a centro gruppo con la posteriore sinistra forata. Hamilton rallenta quindi il gruppo dove si scatena l’inferno a causa della pioggia che inizia a cadere in alcuni punti del tracciato.
In curva 5 David Coulthard e Anthony Davidson hanno un contatto, con la Red Bull dello scozzese che finisce fuori pista senza subire particolari danni e potendo proseguire, mentre alla Schumacher-S Nico Rosberg centra Rubens Barrichello mandando il brasiliano in ghiaia e danneggiando l’ala anteriore della sua Williams.
L’intensità della pioggia aumenta tanto da spingere Raikkonen a prendere la via dei box, ma la sua Ferrari scivola e finisce nuovamente in pista, costretto a percorrere un altro giro con le slick mentre la maggior parte dei piloti rientra per cambiare le gomme con Winkelhock che a sorpresa supera il finlandese in grande difficoltà.
Sembra un sogno per il tedesco che, grazie alla strategia vincente della Spyker-Ferrari, si ritrova ben presto nelle posizioni che contano mentre l’acquazzone si trasforma in un vero nubifragio. Rimanere nel tracciato diventa quasi impossibile tanto che Jenson Button, Nico Rosberg, Adrian Sutil, Vitantonio Liuzzi e Scott Speed finiscono in testa coda all’inizio del secondo giro non riuscendo più a ripartire.
Lo stesso destino colpisce anche Hamilton, tradito dall’acquaplaning, ma in grado di tenere il motore accesso della propria McLaren. L’inglese invoca l’aiuto dei commissari, ma da regolamento gli stewarts non potrebbero intervenire. Nonostante ciò, il britannico riesce a sfruttare una gru presente in quel tratto di pista per spostare le altre vetture e riparte così sotto la bufera. Winkelhock non ci può credere, è primo con una Spyker-Ferrari dimostrandosi l’unico in grado di badare alle bizze del meteo.
Il sogno del tedesco sembra concretizzarsi quando la Safety Car esce e, dopo un solo giro, decreta lo stop della gara. Winkelhock potrebbe vincere clamorosamente il suo primo Gran Premio di Formula 1 all’esordio; tuttavia, la speranza svanisce insieme alla pioggia. Il meteo migliora velocemente, il temporale si interrompe e dopo quindici minuti si riparte dietro la Safety Car.
L’asfalto va velocemente ad asciugarsi e Winkelhock, insieme alle sue gomme da bagnato, non può fare molto a confronto con avversari dotati di intermedie. Dopo due giri nuovamente dietro la Safety Car, il teutonico è costretto a cedere la vetta a Massa che si tiene dietro Alonso, prima di retrocedere mestamente in fondo al gruppo. La speranza che torni la pioggia è vana e dopo tredici giri l’impianto idraulico della Spyker lo appieda interrompendo così bruscamente la sua esperienza in Formula 1.
Non va meglio a Lewis Hamilton che, con l’obiettivo di recuperare velocemente posizioni, monta gomme d’asciutto, ma finisce presto nuovamente nella ghiaia venendo doppiato dall’intero plotone. Alla guida passano le Red Bull di Mark Webber e David Coulthard, bravo a sfruttare la ripartenza, mentre Massa appare più in difficoltà, tagliato fuori dal podio mentre la pista continua ad asciugarsi.
A quel punto, al giro 11, il box Ferrari richiama dentro il pilota brasiliano che monta le gomme d’asciutto iniziando una rimonta furiosa che lo riporta in terza posizione alle spalle delle Red Bull. A seguire la stessa mossa è Alexander Wurz che con la Williams recupera sino al quinto posto entrando in battaglia con Heikki Kovalainen, costretto a metà gara a fare la sua sosta ai box.
Massa è velocissimo e, complice le varie soste per il rifornimento, balza al comando della gara davanti ad Alonso e su Raikkonen che torna in zona podio dopo un inizio da dimenticare. Al trentacinquesimo giro l’impianto idraulico lascia a piedi anche il finlandese della Ferrari che è costretto a un mesto ritiro lasciando a Webber e Wurz l’occasione di portarsi a casa il gradino più basso della top three.
Con il passare delle tornate Massa arriva ad avere anche un vantaggio massimo di 8”5 su Alonso, ma la terza sosta gli è fatale. La McLaren di Alonso è più performante e, a una decina di giri dalla conclusione, ha già dimezzato il ritardo. A sette giri dal termine ricomincia a piovere costringendo i piloti all’ennesima sosta ai box. Alonso è ormai nettamente più veloce rispetto a un Massa che è in grossa difficoltà. Al quartultimo giro tenta il sorpasso alla Ford e, dopo un leggero contatto, si prende la vittoria portandosi a sole due lunghezze in classifica dalla vetta occupata da Hamilton.
Per Massa non resta altro che un amaro secondo posto davanti a Webber che ha la meglio su Wurz, mentre Hamilton chiude in nona posizione, doppiato e alle spalle persino di Heikki Kovalainen che gli strappa anche quel punticino. Nonostante il risultato, questa gara rimarrà nella memoria per Markus Winkelhock e quel sogno di vincere all’esordio durato una manciata di giri.