Carlos Alcaraz si dispera in panchina. Non sa nemmeno lui come sia possibile che i suoi colpi migliori non sortiscano effetti contro Alexander Zverev. Eppure si è imposto molte volte durante la sua giovane carriera, riportando successi importanti, non da ultimo la finale del Roland Garros dove il 21enne murciano ha completato una leggendaria rimonta sul tedesco.
Questa volta non c’è però nulla da fare, il tabellone del punteggio recita 7-6 6-4 e per lo spagnolo non resta altro che accettare un’eliminazione tanto cocente quanto sorprendente alle Nitto ATP Finals. Vedere quindi quelle istantanee in cui l’allievo di Juan Carlos Ferrero colpisce la panchina con la propria racchetta prima di prendersi la testa fra le mani fanno male per chi ama il tennis e la spettacolarità di questo gioco.
Alcaraz ha pagato senza dubbio un fastidioso raffreddore che si è trascinato sin dall’inizio del torneo e che lo ha accompagnato fino alla sfida contro Zverev, tuttavia il 27enne di Amburgo sembra aver raggiunto il picco della maturità agonistica tanto atteso e sfruttare così uno stato di grazia che gli ha permesso di vincere il Masters 1000 di Parigi-Bercy oltre a diventare il numero 2 della classifica ATP.
“E’ stata una settimana difficile, ho dovuto lottare con alcuni problemi fisici, ma allo stesso tempo è stato un torneo davvero bello, è un privilegio ogni volta che gioco questo torneo, con i migliori otto giocatori del mondo. Cerco di sfruttare al meglio queste partite. Imparerò da questo – ha spiegato desolato Alcaraz in conferenza stampa -. Penso di aver giocato un buon tennis questa settimana. Oggi ho affrontato uno dei migliori giocatori al mondo, senza dubbio, che ha giocato un tennis davvero solido e grandioso. Sono solo un po’ deluso, ma comunque felice di aver giocato di nuovo questo torneo”.
Quella risata amara che Carlos sfodera alla fine del match dopo esser finito a terra a seguito di un lungo linea di Zverev rappresenta la resa di un giocatore incredulo, che non sa più come disinnescare l’avversario. Tutto ciò non significa che Alcaraz sia giunto al termine di una stagione comunque condita dalla vittoria al Roland Garros e a Wimbledon, quanto piuttosto che abbia trovato un degno avversario da cui prendere spunto per migliorarsi ulteriormente.
Quest’anno ho giocato grandi tornei e tornei davvero brutti. Il mio obiettivo alla fine è esserci. Devo lavorare. Grazie a Dio sono giovane, sono ancora super giovane, quindi spero di avere molti anni per arrivarci – ha sottolineato l’iberico – Quando ero un bambino, sognavo di vincere la Coppa Davis, per la Spagna. Quest’anno abbiamo un’occasione davvero speciale per vincerla, ma penso che sia più importante per Rafael, per il suo ultimo torneo: voglio davvero che si ritiri con un titolo. Sarà davvero emozionante”.
Jannik Sinner e colleghi avvisati. Se l’Italia vorrà ripetersi in Coppa Davis dovrà far i conti con un Carlos Alcaraz più agguerrito che mai, fermato sì da Alexander Zverev, ma pronto a chiudere il 2024 alzando l’Insalatiera.
Foto Marta Magni