Guardiamo super-Sinner e ridacchiamo dicendo: gioca alla Djokovic. Oggi sembra facile ma, fino a due anni fa, sembrava praticamente impossibile. Nole I di Serbia, resta unico, come Campione di Gomma, più vincente di sempre negli Slam, con 24 tacche, ultimo dei Fab Four. Ma mastro Riccardo Piatti, nel forgiare il prototipo del primo italiano numero 1 del mondo, indicava proprio lui come esempio per attitudine, ragionamenti, impegno, capacità e voglia di apprendere e migliorarsi continuamente, e quindi abilità nell’imprimere un ritmo così alto di palleggio da asfissiare l’avversario, e poi transizione e automatica e immediata difesa-attacco, e infine perenne evoluzione di gioco, all’inseguimento della perfezione. Questo mostrava e suggeriva e spiegava continuamente al 13enne con le gambe da stambecco appena sceso dagli sci. Questo, il più bravo tecnico italiano, ripeteva e illustrava e sussurrava al “figlioccio” nel doposcuola a bordo-campo, agli allenamenti di Novak a Montecarlo, dopo le ore di tennis e palestra a Bordighera. E questo ha assimilato e adeguato al suo fisico e alla sua testa il tennista che l’Italia attendeva da sempre, diventando il Profeta dai capelli rossi che vince tutto, fino alle ATP Finals di Torino.
EVOLUZIONE
Al di là delle differenze fisiche – Djokovic è molto più elastico di natura, più atleta naturale -, la somiglianza fra lui e Sinner è evidente. Dai colpi forti già in partenza, rovescio e risposta, a quelli in principio più “deboli”, dal dritto al servizio, dallo slice di rovescio alla ricerca della rete e quindi alla smorzata e alla volée. Nel tempo, poi, crescendo d’esperienza, costretto a trovare sempre nuove soluzioni contro quei satanassi di Roger Federer e Rafa Nadal, il fenomeno serbo ha aggiunto le mille varianti che lo rendono la vera Volpe del tennis. Quelle cui ambisce anche l’aspirante Volpe di Sesto Pusteria. Ma, da evoluzione della specie, da campione che non solo voleva arrivare al numero 1 e vincere gli Slam, ma bramava di scrivere la storia mondiale, Sinner, s’è adeguato ai suoi tempi. E quindi a campi, palle, racchette e incordature che velocizzano al massimo lo scambio. Significa esplosività massima con la prima di servizio, tempi di reazione pazzeschi per riprendere missili di battuta a 220 all’ora, capacità di recuperare equilibrio e coordinazione immediata, gioco di piedi perenne e frenetico, da ballerino. Roba da giochini elettrici di ultima generazione, da ricchi e arti vivacissimi, frenetici, instancabili, iper-coordinati.
LA NUOVA LEGGE
Il segreto di super-Sinner è semplice e insieme difficile quanto è stato per lui modellarsi a figura di Djokovic: se non tieni il suo ritmo non puoi giocare. Vale anche per il maestro Nole.- Sbaglia chi ne sottovaluta la tecnica e ne minimizza le variazioni, basta andare sul campo e guardare fisso il net in parallelo, basta osservarne attentamente i movimenti prima e mentre colpisce la palla, basta chiedere agli avversari, basta leggere il rendiconto della stupefacente continuità ad altissimo livello di questa indimenticabile stagione: 8 titoli, coi 2 primi urrà Slam e 70 partite vinte con sole 6 sconfitte. Un 2024 che arriva in esaltante scia del 2023, quando Jannik ha fatto il salto di qualità cominciando a battere sistematicamente i top 10, da Medvedev a Djokovic, grazie alla crescita totale. Anche di fiducia.
Vincenzo Martucci (Tratto dal messaggero del 19 novembre 2024)
Foto della nostra inviata a Torino Marta Magni