Roberto Beccantini torna sulle pagine di SportSenators per commentare il Grande Calcio. Partiamo dalla polemica tra Edin Dzeko e Luciano Spalletti: sfogo inopportuno? “Non è il primo e non sarà l’ultimo. Il papà di tutti i “vaffa” fu quello del 15 giugno 1974 quando a Monaco di Baviera, nella sfida tra Italia e Haiti, Giorgione Chinaglia mandò a quel paese, con il plateale gesto della mano, Ferruccio Valcareggi per averlo sostituito con Pietro Anastasi. Sono cose che succedono e non sempre il “politically correct” si sposa con il temperamento di chi sta in campo e chi dirige le operazioni dalla panchina”.
Ci saranno ripercussioni nello spogliatoio della Roma o tutto è già tornato nella normalità? “Credo sia acqua passata. E’ ovvio che il giocatore pensa per sè stesso e Dzeko pensava alla classifica dei marcatori, a incrementare il suo fantastico bottino. Spalletti invece pensava alla classifica, a consolidare il secondo posto e al derby di sabato con la Lazio”.
Chi ci rimette di più quando accadono queste sfuriate? “Bisognerebbe analizzare caso per caso. Molte volte è il risultato a decidere se la scelta è stata giusta o sbagliata. Prendiamo il famoso caso di Italia e Norvegia dei Mondiali del 1994. In quel caso ebbe ragione Arrigo Sacchi perché l’Italia vinse. Baggio diede del pazzo a Sacchi e tutta l’opione pubblica era con il Divin Codino e pensava che a lasciare il campo sarebbe dovuto essere Beppe Signori. E invece Signori fu il migliore in campo e l’Italia riuscì a vincere per 1-0. Quindi dipende sempre dal risultato.”
Passiamo alla Liga e alla rivalità tra Real Madrid e Barcellona. Titolo ancora in bilico? “Il Barcellona, che tutti davano per finito dopo la doppia sfida con la Juventus, ha dimostrato ancora una volta di avere risorse immense, forza mentale e determinazione. La vittoria nel “clasico” è stata una prova di forza notevole che ingigantisce ancor di più l’impresa della Juventus. Non far segnare Messi, Neymar e Suarez per 180 minuti è impresa leggendaria”.
Come giudichi la trasformazione di Messi dalla sfida con la Juventus a quella con il Real? “Al Bernabeu è stato impressionante. Nessun giocatore al mondo è più decisivo di Messi. Contro la Juventus è stato sfortunato. Ha sbagliato quella specie di rigore in movimento e quella conclusione di destro. Sono episodi che potevano cambiare l’esito della partita”.
Serie A al terzo posto, Premier al secondo e Liga al primo? La Liga è senza dubbio il campionato più divertente. Ha i due giocatori più forti del mondo, ha vinto le ultime 3 edizioni della Champions League, della Europa League, ovviamente della Supercoppa Europea e del Mondiale per Club. Non c’è storia, gli altri campionati sono distanti anni luce”.
Tocca alla Juventus, e magari al Manchester United in Europa League, cercare di spezzare questo dominio? “Non basta aver eliminato il Barcellona. La Juventus dovrà migliorare ancora per puntare alla vittoria finale. La strada è lunga, ma è quella giusta”.