I bolidi che arrivano oltre i 320 chilometri orari e si specchiano anche sui vetri di palazzi modernissimi. E’ il circuito di Sochi che ospita la quarta edizione del GP di Russia, quarta prova del Mondiale di Formula 1. Sembra essere una gara ristretta tra Ferrari e Mercedes che si sono divise il dominio dall’inizio della stagione, dopo tre anni di superiorità assoluta della squadra tedesca. Ma era nell’aria che questa situazione, anche grazie a un quasi rivoluzionario cambiamento delle regole, non sarebbe durata ancora. O che, almeno, non sarebbe continuata con una supremazia devastante del team diretto da Toto Wolff e da Niki Lauda. Che, da quest’anno, ha affiancato a Lewis Hamilton il finlandese Valtteri Bottas in sostituzione di Nico Rosberg, campione in carica che ha abbandonato l’attività e si gode una dorata pensione guardando ex compagni ed avversari in televisione.
Dopo un lungo periodo di risultati qualche volta altalenanti e molto spesso deludenti, la Ferrari ha raccolto il guanto della sfida. Il presidente Sergio Marchionne insieme con il responsabile della Squadra Corse del Cavallino, Maurizio Arrivabene, ha deciso di affidare la direzione tecnica all’ing. Mattia Binotto, insieme a un gruppo di specialisti italiani e anche a un certo numero di collaboratori stranieri. Gli incarichi sono stati ridistribuiti, l’inverno è passato con un lavoro attento e meticoloso in tutti i settori per adeguarsi alle nuove norme. La monoposto SF70H che, con il numero nella sigla celebra appunto i settanta anni di storia della Ferrari, si è dimostrata competitiva sin dai test effettuati a Barcellona in febbraio. Prestazioni confermate con due splendide vittorie di Sebastian Vettel in Australia e in Barhain con buoni piazzamenti anche da parte di Kimi Raikkonen, mentre Hamilton ha portato alla Mercedes il GP di Cina.
Le vetture di quest’anno sono più larghe, montano pneumatici Pirelli di dimensioni enormi, hanno una gran trazione e tenuta di strada eccezionale soprattutto in curva. Uno spettacolo da vedere. Ma nessun circuito gode di una situazione simile a quello che ospita il Gran Premio di Russia. A ovest, le spiagge, gli ombrelloni e le barche del Mar Nero, a est, le Montagne di Krasnaja Poijana, ancora imbiancate di neve, che ospitarono nel 2014 le Olimpiadi invernali. Il villaggio dei Giochi, con i suoi stadi, le palestre e i vari impianti sportivi, è stato trasformato in una pista dal famoso ingegnere tedesco Hermann Tilke, il professionista molto legato a Bernie Ecclestone, che ha progettato la maggioranza delle più importanti strutture edificate negli ultimi due decenni per essere le sedi del Mondiale di Formula 1.
Diverso da tutti gli altri, non si tratta di un normale circuito cittadino, come potrebbero essere quelli dell’Albert Park a Melbourne o di Montecarlo e di Singapore. In realtà è un tracciato che collega i vari quartieri dell’ex villaggio olimpico, caratterizzato da un piccolo rettangolo che racchiude partenza e arrivo e da un grande cubo all’altra estremità con quattro curve praticamente a 90 gradi. E’ lungo 5848 metri ed è il quarto come estensione del campionato, dopo quelli di Spa-Francorchamps, di Baku in Azerbaijan e di Silverstone. Le curve sono 18 in totale, dodici a destra e sei a sinistra. Una è molto particolare: la numero 3, infatti è la più ampia in assoluto del mondo fra quelle frequentate dalle monoposto, con i suoi 650 metri di sviluppo.
Il tracciato inizia sul bordo settentrionale del parco olimpico vicino alla stazione ferroviaria, per scendere poi verso Medals Plaza, luogo in cui si svolgeva la consegna delle medaglie olimpiche. Prosegue con il giro della piazza per dirigersi verso est al Bolshoy Ice Dome, dove si snoda in una serie di curve strette prima di girare a nord, quando costeggia il bordo del parco olimpico, sopra il villaggio e la Adler Arena Skating Center. Passa poi il Sochi Olympic Skating Centre e l’Ice Cube Curling center, prima di passare dietro il paddock, verso la stazione ferroviaria, e completare il percorso con una curva a centottanta gradi. Circa 1700 metri del circuito si snodano su strade pubbliche.
Un’altra delle peculiarità di Sochi riguarda l’asfalto che, malgrado gli sbalzi di temperatura fra estate e inverno, rimane molto liscio e quindi poco abrasivo. Tanto è vero che la Pirelli ha portato in Russia le sue gomme più morbide: utrasoft, supersoft e soft, con le prime due mescole fra le preferite per la gara. Quella disputata in questi giorni è la terza edizione della corsa, che dal 2014 ha visto sempre il dominio della Mercedes, con due vittorie di Hamilton seguite dall’ultima di Rosberg. Una curiosità: due Gran Premi si disputarono nella Russia zarista a San Pietroburgo. Nel 1913 e l’anno successivo. Il primo fu vinto da un pilota locale, Georgy Suvorin alla guida di una Benz 29/60 PS, il secondo dal tedesco Willy Scholl con la Benz 55/150 HP. Ovviamente si trattava di due Mercedes… Ma, adesso, potrebbe essere un’altra storia.
Cristiano Chiavegato
Vincenzo Martucci