Belli, e viziati dalla vita, dal talento tennistico, dalla simpatia del gentil sesso. Belli, il moro mediterraneo e il biondo Vikings,l’italiano e il tedesco di genitori russi, il genio ribelle e il futuro numero 1 del mondo. Belli e dannati, con quegli scatti ciechi, furiosi, che il 30enne (fra 6 giorni) Fabio Fognini sta mitigando solo da un annetto, e solo grazie alle carezze della collega Flavia Pennetta e all’idea di diventare padre (a ore), mentre il 20enne Alexander “Sascha” Zverev non soffoca affatto, lasciando anzi confluire la frustrazione in rabbia agonistica. Belli con il sorrisetto di chi non deve chiedere mai. Belli come li vuole il pubblico di Roma, la città della grande bellezza. Il duello di terzo turno agli Internazionali d’Italia Fognini-Zverev vale un posto nei quarti del Masters 1000 sulla terra rossa (classe 1930). Guardando oltre i numeri, il 29 della classifica mondiale di Fabio e il 17 di Sascha, coi precedenti sullo zero a zero, vinceranno l’esperienza e la perizia del ligure o la potenza e la freschezza del giovane dal futuro lucente?
Il “vecchio” teme sicuramente di tornare al nomignolo, “Fogna”, dal quale si è affrancato, come dalle parole deconcentrazione improvvisa, autolesionismo, delusione. Ha tenuto duro davanti all’ostacolo contro il numero 1 di oggi, Andy Murray, che aveva già battuto una volta e mezza, terrà ancora pur avendo la testa – comprensibilmente – a Barcellona accanto alla sua Flavia che partorirà ad ore il primogenito? Vogliamo sperare che lo farà, aiutati dagli organizzatori che gli hanno fissato il Match alle 12 proprio per consentirgli un eventuale viaggio-lampo a Barcellona per raggiungere la dolce metà’. Perché il tabellone è invitante. E vogliamo pensare che il “giovane”, il numero 1 di domani, sarà preoccupato dal rivale “ho visto che nel primo set Fabio ha giocato molto, molto, bene”, dal pubblico “Fabio è uno che si fa amare, è piacevole da guardare, è eccitante”, e ancor di più dal campo: “Preferirei incontrarlo sull’erba, probabilmente ad Halle”. Perché, anche se lui nicchia “è più questione di come gioco, piuttosto che di superficie: quest’anno ho vinto Monaco e sono arrivato ai quarti a Madrid”, ha fatto faville altrove: “Sul cemento, ho già vinto due tornei, e sull’erba sono andato in finale ad Halle, battendo Federer”.
I suoi punti deboli sono terra, spostamenti e presunzione. Eppoi, il ragazzo di 1.89 che serve molto bene, ha colpi da fondo pesanti e si esalta nella lotta, quando le cose gli vanno storte, si incaponisce, infilandosi spesso in imbuti tattici suicidi. Fognini cercherà di imporre il proprio gioco, costringendo Sascha a correre tanto e tirare alla disperata senza i giusti appoggi, lontano dal campo. Lì, magari con l’aiuto del pubblico, potrebbe rispuntare la sua impazienza. Abbiamo spulciato un po’ i suoi risultati sul “rosso” e proprio non abbiamo trovato fra gli avversari uno specialista della caratura di Fognini. E se sarà vero Fognini per Zverev, almeno oggi, non ci sarà scampo.
Vincenzo Martucci