Vincere un torneo giocando quattro sotto il par le ultime 11 buche su un campo così difficile e con un leaderboard pieno zeppo di giocatori di Ryder Cup vuol dire avere il Dna di un campione. A 20 anni, Renato Paratore diventa così il secondo italiano più giovane dopo Matteo Manassero a trionfare in una gara del Tour Europeo. Dimostrandosi bravissimo nelle fasi decisive del torneo, quando ha imbucato almeno tre putt nelle ultime buche che gli hanno permesso di battere per un colpo Chris Wood e Mattew Fitzpatrick, campione in carica del Nordea Masters, entrambi giocatori di Ryder Cup.
Questa del giovane campione romano è una vittoria che assume un valore ancor più particolare perché il percorso di Malmoe non è proprio il tracciato perfetto per le caratteristiche tecniche di Paratore: è un campo stretto con tante buche tagliate nel bosco che richiedono precisione con il driver, non proprio la migliore qualità di Renato.
Perché sappiamo Paratore come un giocatore istintivo, dotato di una discreta potenza, bravo nei secondi colpi, un gioco corto fenomenale e una serenità in campo che fanno di lui un giocatore difficile da battere nei momenti importanti di una gara. Eppure in Svezia è stato bravo anche nel driver. Sappiamo anche che, tecnicamente, può migliorare: il suo swing ha qualche imperfezione, ogni tanto perde il controllo del bastone e non è in grande equilibrio durante l’impatto con la palla ma spesso in Italia si è confuso lo stile con la tecnica che non sono la stessa cosa. Mentre Paratore questo lo ha capito bene.
Renato deve solo migliorare nella continuità e nella capacità di trovare un colpo difensivo per limitare i danni nelle giornate in cui le cose non vanno bene e allora potrebbero aprirsi degli scenari molto interessanti per il giovane campione romano. Intanto, dopo questa vittoria, sono cambiati i suoi obbiettivi, adesso ha la possibilità di entrare nel field dei tornei Major, giocare le Final Series del Tour Europeo, partecipare a tutti i tornei più importanti della stagione per entrare nei primi cento del world ranking. Posizione che è alla portata di Paratore.
Uno dei momenti più belli di domenica è stato l’abbraccio con il suo grande amico e compagno di doppio, Matteo Manassero, pochi istanti dopo la vittoria, un’ amicizia che fa benissimo a Renato, perché Matteo, pur giovanissimo, ha già diverse stagioni alle spalle e può dare molti consigli a Paratore. I due, del resto, sono molto simili dal punto di vista caratteriale ma sostanzialmente diversi tecnicamente: Manassero ha uno swing molto corretto, preciso con i secondi colpi ma con un rendimento sui green in calo rispetto ad un paio di stagioni fa. Paratore è più istintivo, tecnicamente meno corretto rispetto a Manassero ma molto più potente. Invece sono molto simili sul gioco corto, entrambi fenomenali intorno ai green e dal bunker. Sul putt, meglio Renato perché Matteo, dopo le cattive stagioni passate, ha perso un po’ di fiducia e freddezza specie dalla corta distanza.
In definitiva, sono due ragazzi che hanno una grande passione per il gioco ma uno, Matteo, è più conoscitore della tecnica quindi più facile da allenare, l’altro, Renato, è più istintivo e naturale quindi a lui vanno centellinate le nozioni e i cambiamenti. In questo momento, comunque, vista la grande fiducia e la bravura nel gioco corto, l’unica cosa che cambierei a Renato è il parrucchiere.
Silvio Grappasonni