La Coppa America di vela si è appena conclusa con una strabiliante vittoria dei neozelandesi, Luna Rossa lancia la sfida come Challenger of record, e subito ci si interroga sul futuro di questa manifestazione che per vari motivi ha perso l’appeal che aveva ai tempi del Moro e di Luna Rossa.
Cosa è successo? Perché tutti vogliono un ritorno al passato quando la vela era più seguita ed era diventata, almeno in Italia, uno degli sport nazionali, vicina come popolarità almeno agli sport motoristici, lasciando da parte il calcio che ha fatto sempre da padrone?
Ebbene, l’interesse per la Coppa era ed è in continuo calo, nientemeno che dai tempi della prima Luna Rossa, ed anche l’edizione di Valencia del 2007 ha avuto meno spettatori, nonostante 13 team partecipanti e delle regate super spettacolari.
Di questo si era reso conto anche Russel Coutts, che ha voluto a tutti i costi una Coppa spettacolare con barche veloci, regate brevi, sorpassi e capovolgimenti, ed ha trovato un buon finanziatore in Larry Ellison che ha messo a disposizione mezzi spaziali per far sì che questo accadesse.
Oggi la Coppa non si guarda più in tv, pochi hanno comprato i diritti televisivi, (in Italia, Mediaset premium), ma internet ha rivoluzionato il modo di guardare lo sport, e anche se l’app è a pagamento, come quasi tutta l’offerta di spettacolo oggi, si segue abbastanza facilmente
Le barche sono spettacolari e fisiche come non mai, poco tattiche come tutte le barche veloci anche se si sono visti spunti interessanti di match race, più tesa a valorizzare lo sforzo fisico, la tecnica, la rapidità di riflessi.
Ai detrattori dell’ala rigida che non è più una vela bisogna rispondere che è l’unico modo per tenere queste barche sui foil in virata e strambata, ed è quindi un male necessario , ed è bellissima la rapidità con cui virano sia sui lati del percorso che intorno alle boe.
Facendo il bilancio di queste regate appena viste mi sento di dire in tutta onestà che le regate sono state belle, emozionanti, anche per i team minori che non hanno vinto, per cui anche se contenti che abbia cambiato mano e che venga gestita in modo più equo e meno dispotico, rimane il fatto che la strada è tracciata e sarebbe un peccato tornare indietro.
Io ho seguito le regate senza annoiarmi, e va dato merito a Coutts ed Ellison di aver fatto un buon lavoro, speriamo ci siano uno o più team italiani forti alla prossima edizione di Auckland.
Tommaso Chieffi