Lo avevamo detto, e sottoscritto, ancor prima dell’inizio della stagione che la presunta amicizia fra Vettel e Hamilton non sarebbe durata a lungo. I piloti di Formula 1 sono animali da combattimento. Per guadagnare una qualsiasi posizione su un rivale e ancora di più su un compagno di squadra, sarebbero capaci di dimenticare qualsiasi promessa. Figuriamoci se si tratta della lotta per il Mondiale. Sebastian e Lewis hanno più di un motivo per essere più accaniti e cattivi del solito. Il tedesco dopo aver vinto quattro titoli ha attraversato un periodo difficile. Dopo i successi, nell’ultimo anno alla Red Bull, quasi un disastro. Solo quattro podi, mentre il compagno di squadra Daniel Ricciardo ha vinto 3 gare e soprattutto 71 punti di distacco dall’australiano di origine italiana.
Anche alla Ferrari, nelle prime due stagioni, malgrado alcuni risultati importanti, Vettel ha dovuto mordere il freno. Vettura non sempre competitiva, soltanto nel 2015, un po’ meglio, è riuscita a brillare in qualche gara, consentendo al campione tedesco di aggiudicarsi tre corse, in Malesia, Ungheria e a Singapore, concludendo al terzo posto in campionato alle spalle di Hamilton e di Rosberg. Quindi è normale, quest’anno con una SF70 H che si dimostra veloce ovunque e quasi sempre in grado di lottare per il primo posto, che Sebastian sia particolarmente carico e intenzionato a sfruttare tutte le possibilità che gli si offrono. L’incidente di Baku con Hamilton è stato un infortunio grosso, dovuto alla tensione e alla rabbia. Ingiustificabile per etica e regolamenti. Ma bisogna dire che è stato provocato e innescato dal comportamento del pilota della Mercedes che stava cercando d’astuzia di evitare di essere attaccato alla ripartenza della corsa dietro la safety car. Di norma in questi casi si accelera al massimo e i piloti che seguono devono per forza fidarsi del comportamento di chi sta davanti, al comando. Ma quando all’uscita di una curva lenta percorsa a circa 90 km orari, si rallenta quasi a 50, si può provocare un incidente. Il leggero tamponamento alla macchina del rivale ha fatto saltare i nervi a Sebastian che ha pensato la sua gara distrutta per i danni riportati e ha finito per dare un’insana ruotata alla vettura dell’inglese.
Non è facile neppure la situazione di Hamilton, battuto in maniera incredibile lo scorso anno da Nico Rosberg, alla fine di una stagione dominata dal nervosismo fra i due compagni di squadra. Tanto è vero che il tedesco, una volta messo in bacheca il titolo si è ritirato, psicologicamente esausto dalla lotta interna, non priva di colpi bassi, nella quale Hamilton ha fatto la sua buona parte. Poi Lewis è ripartito lancia in resta, pensando di avere vita facile con l’arrivo al suo fianco di Bottas e di avere ancora una vettura dominante. Il finlandese si è rivelato un peperino non semplice da addomesticare. Come è successo nelle qualificazioni in Austria e prima a Sochi in Russia, quando con una partenza straordinaria Vallteri è riuscito a fulminare le due Ferrari di Vettel e Raikkonen che occupavano la prima fila dello schieramento.
Hamilton quindi deve preoccuparsi della sfida esterna con Vettel e di quella interna con Bottas. Ma ciò che più gli preme è la voglia di conquistare il quarto titolo. E’ questo il motivo reale del suo stato di eccitazione mentale. Perchè vincendo raggiungerebbe a quota 4 titoli Vettel (e anche Prost), se perde e il Mondiale va a Vettel il tedesco si installa a quota cinque, pareggiando Fangio e diventando il primo inseguitore di Michael Schumacher che di carchi iridati ne ha vinti 7.
E’ questa, in fondo, la battaglia vera fra i due campioni. Non si tratta solo di rivalità per questa stagione ma vale tutta una carriera. Non si può pensare quindi che Lewis e Seb, pur annunciando una stima reciproca, possano diventare amici. E’ strano il tedesco che dovrebbe essere il più freddo rimane un pilota emotivo e istintivo, mentre l’inglese punta, oltre che al suo talento, anche sull’astuzia cercando di fare la parte dell’agnello bistrattato, mentre nasconde un’anima machiavellica, capace di tutto pur di dimostrare che lui è coraggioso e leale. Cosa non del tutto vera come dimostrano i diversi episodi di cui è stato protagonista in questi ultimi anni.
Cristiano Chiavegato