A otto gare dal termine del campionato appare ormai chiaro che si tratta di un testa a testa. Dopo tre anni di dominio Mercedes, la Ferrari è arrivata al vertice e lotta praticamente ad armi pari con la squadra tedesca. E’ vero le «frecce d’argento» hanno ancora un vantaggio in termini di velocità pura. Una riserva di potenza che Hamilton e Bottas possono utilizzare schiacciando un bottoncino posto sul volante per qualche giro, soprattutto quando serve per fare un sorpasso o per evitare di essere superati. A Maranello stanno lavorando giorno e notte sulla power unit per cercare di recuperare terreno. Del resto lo avevano detto all’inizio della stagione, Maurizio Arrivabene, responsabile della Squadra Corse e il d.t. Mattia Binotto che la sfida si sarebbe sviluppata per tutta la stagione, di gara in gara.
Il Gran Premio del Belgio ha fatto vedere che le prestazioni delle rosse SFH70 erano simili a quelle delle Mercedes. Dopo più di 300 chilometri di gara il distacco fra Hamilton e Vettel non è mai stato superiore ai 2 secondi. E Sebastian ha anche segnato il giro più veloce della gara, risultato che comunque deve essere preso per quello che è, visto che il pilota della Ferrari montava in quel momento gomme Pirelli più morbide di quelle del rivale.
Quindi è ipotizzabile che il duello fra i due piloti di maggior talento e più titolati del lotto continui senza tregua fino alla conclusione, con il Gran Premio di Abu Dhabi del 26 novembre. Inutile fare previsioni, studiando quali saranno i circuiti più favorevoli a uno o all’altro perché ci sono troppi fattori imponderabili che vanno dai guasti, alle possibili penalizzazioni, agli incidenti e ai capricci del tempo. Bisogna spingere forte sull’acceleratore senza fare calcoli.
Già domenica a Monza con la disputa del Gran Premio d’Italia si vedrà se questa crescita della Ferrari in piste veloci sarà confermata. Il gioco si pratica principalmente sulle qualificazioni, nelle quali sinora è stato il migliore, grazie anche alle qualità della sua Mercedes. Forse il Cavallino porterà un’evoluzione del suo motore e certamente modifiche aerodinamiche elaborate per l’autodromo nazionale. A questo proposito c’è un polemica che cova sotto il fuoco. La Federazione ha stabilito che proprio a partire dalla prossima corsa i motori aspirati non potranno consumare più di 0,9 litri per 100 chilometri. La nuova norma però non è retroattiva e si applica solo a quelli nuovi. La Mercedes ha giocato d’anticipo e ha fatto debuttare il suo in Belgio. Ragion per cui, in teoria avrà un vantaggio, visto che il lubrificante viene utilizzato anche per arricchire la benzina in modo da guadagnare potenza. Sarebbe un’ingiustizia bella e buona perché non si correrebbe ad armi pari. Pare che la stessa FIA sia valutando di cambiare la regola e di farla valere per tutti i motori, vecchi e nuovi.
Purtroppo molte volte in F1 ci sono due pesi e due misure. In Belgio Raikkonen è stato punito con una sosta ai box per dieci secondi che, fra entrata e uscita dai box, ne costa quasi trenta, per non avere rispettato una bandiera gialla causata dalla Red Bull di Verstappen che era ferma a lato pista per un guasto. In più al finlandese sono stati tolti 3 punti dalla licenza sportiva che ne vale in tutto 12. Sulla sicurezza non bisogna transigere. Però le valutazioni dei commissari sono personali e l’interpretazione della legge varia di volta in volta.
Proprio a Spa se ne è avuto un esempio: la doppia collisione fra Sergio Perez e Esteban Ocon, i due piloti della Force India, è stata punita con 5” di penalità da sommare a fine gara a Perez, il quale fra l’altro è stato costretto a ritirarsi prima della bandiera a scacchi. Ocon è stato molto duro con il compagno di squadra e oltre ad avergli dato dell’idiota, ha anche scritto su un tweet «Perez ha tentato di uccidermi due volte». Gli incidenti fra questi due piloti sono stati i più pericolosi di tutto il weekend. La Force India ha convocato Sebastian e Sergio e ha intimato a entrambi di non combattersi d’ora in poi uno contro l’altro. Ma dovrebbe essere la FIA a intervenire e a comminare una punizione esemplare a chi ritiene che sia il maggiore responsabile di questo duello fratricida.
Cristiano Chiavegato