Sorprese, continui alti e bassi di rendimento (nel game, nel set, nella partita, nel round robin), errori clamorosi ed eclatanti punti, pianti, lamenti, reazioni, crolli: il Masters donne di Singapore, al secolo Finali Wta, è un campionario umano, più che tennistico, che fotografa tutta la stagione e conferma l’imprevedibilità di questo sport – soprattutto al femminile – dove la concorrente A batte B magari ma perde da C che a sua volta batte B, e via andare, senza mai dare alcuna certezza. E, quindi, all’acme dell’anarchia scaturita dalla più estrema delle variabili – la maternità della legittima numero 1, Serena Williams – incorona regina della classifica di fine anno proprio Simona Halep. Che è sicuramente la giocatrice più completa nel gioco e più regolare nei risultati e sulle diverse superfici, oltre a essere fra le più emotive e quindi una regina (del computer) senza corona (di uno Slam), dopo le due finali perse al Roland Garros.
Di più: la romena rimane sul trono della classifica Wta dopo essere evaporata ancora una volta sotto pressione, paralizzata dalla paura, arrendendosi contro un’avversaria che era stata già eliminata, come Elina Svitolina, ed ha comunque salvato la stagione solo grazie al capitombolo della diretta rivale, Katerina Pliskova. Battuta a sua volta, e in modo netto, dalla rediviva Caroline Wozniacki. Cioè un’altra mezza campionessa, anche lei ex numero 1 del mondo, anche lei due volte finalista Slam (agli Us Open), anche lei soggetta a troppi su e giù, spesso inspiegabili. Anche lei fra le sette candidate al numero 1 del mondo, al via del Masters, praticamente tutte, eccetto Caroline Garcia, debuttante al Super8, peraltro dopo il recente sprint, quasi miracoloso delle ultime settimane.
Parliamo della francese di grandi qualità cui Andy Murray aveva pronosticato un futuro da protagonista assoluta delle scene, quella che, a sua volta, catapultata in semifinale proprio grazie al successo contro Svitolina e Wozniacki, s’è poi smarrita dopo il tie-break vinto contro Venus Williams. Gettando via l’ennesima occasione di salire sulla massima ribalta. E deludendo, in fondo, più di tutti, come la coetanea 24enne, Garbine Muguruza, che pure due Slam li h conquistati, ma non trova continuità.
Alla fin fine la partita decisiva del Masters se la giocheranno, nona caso, le due più esperte ed anziane del lotto, la 37enne Venus Williams (che ha vinto il titolo al Masters 2008 e ha giocato la finale 2009, ma poi non si è più qualificata) e la 27enne Caroline Wozniacki (finalista sette anni fa per la prima ed unica volta sulla prestigiosa passerella con le prime 8 del mondo). Chi avrebbe puntato su una finale così?
VINCENZO MARTUCCI