Bjorn Borg e John McEnroe valgono un film e anche un altro libro. Troppo importante è stato la loro rivalità, per il tennis in particolare e per lo sport in generale, sotto il profilo sportivo, per le caratteristiche fisiche, tecniche e caratteriali davvero molto diverse fra in due personaggi, e per la valenza socio-politica di quell’avventura che, all’alba degli anni 80, ha sdoganato il tennis come sport popolare.
Così Matthew Cronin, giornalista statunitense di sport e soprattutto di tennis, racconta in “Borg e McEnroe” la competizione atletica e l’accesa rivalità personale tra due grandi attori. Da una parte lo svedese Borg, famoso per la condizione fisica, il controllo dei nervi e il gioco da fondocampo, col suo infallibile top spin, capace di zittire tutti i critici aggiudicandosi in contemporanea il Roland Garros sulla prediletta terra rossa come Wimbledon sulla ben più ostica erba, dall’altra il mancino yankee McEnroe, “SuperMac”, “Genius” per la creatività dei colpi, dall’inimitabile servizio al rovescio col saltellino alle volée, che fu etichettato come “SuperBrat” dai media britannici per le irrequietezze in campo contro gli arbitri e le famose arrabbiature con le ali spesso si avvantaggiava psicologicamente degli avversari.
L’autore del libro (Editore Piemme, 348 pagine, acquistabile anche su Amazon), che è apparso questa settimana in libreria anche tradotto in italiano, delinea i due personaggi anche nella vita extra tennis, fra estenuanti e maniacali sessioni di allenamento, feste epiche allo Studio 54 di New York, dove erano di casa Warhol, Madonna, Travolta e Capote, gare e dichiarazioni. Incentrando la storia sulla mitica finale di Wimbledon 1980, un caposaldo dell’intero tennis.
“Borg e McEnroe”, nel raccontare la passione per uno sport e le due opposte personalità che lo hanno interpretato ed esaltato, portandolo ai livelli più alti e lanciando poi le successive grandi rivalità, accompagna il lancio del film nelle sale cinematografiche anche italiane.
L’autore, che ravviva l’opera con una presentazione di Adriano Panatta, avversario ed amico di Borg e McEnroe dell’epoca, peraltro l’unico di battere e per ben due volte l’Orso svedese al Roland Garros, rende un contributo ai Senators, ringraziando Vincenzo Martucci.