Il destino si diverte. Dopo la falsa partenza di Melbourne, quando è arrivata “down under” ma si è accorta in extremis che non era ancora pronta dopo la travagliata nascita della primogenita, e non ha nemmeno cominciato gli Australian Open, Serena Williams riparte da casa, a due ore d’auto da Los Angeles. Che significa oggi, cioè la nuova vita e la super villa da madre e moglie, ma anche da Compton, il ghetto nero della megalopoli californiana, dov’è cresciuta, allenandosi fra i bulli. Riparte da casa anche perché il torneo di Indian Wells è uno degli appuntamenti più importanti, e ben frequentati e ricchi della stagione, ma la più forte atleta afroamericana di sempre l’ha boicottato per 14 anni, dopo il famoso attacco razzista del pubblico alla famiglia Williams della finale 2001. Ci ha già fatto pace nel 2015. E ci torna ancora da salvatrice del tennis, povero di personaggi e di sfide. Come quella che, sicuramente, da quota 23 Slam – di cui 10 dopo i 30 anni! – Serena, che compirà 37 anni il 26 settembre, rilancerà ai 24-record di Margaret Court. Forte della consapevolezza di essere già stata capace, più volte, di reagire, anche in modo clamoroso, agli sgambetti del destino, con una serie inenarrabile di problemi fisici.
Con l’aiuto anche di Patrick Mouratoglou, amico, coach, fidanzato, poi soltanto coach, ormai dal 2012. Che dichiara apertamente: “L’obiettivo di Serena di quest’anno è quello di vincere i tornei del Grand Slam, lei sa che rientrare le potrebbe costare un po’ di tempo, ma il suo livello di aspettative è alto come sempre. Mancano tre Slam. E saranno i suoi tre principali obiettivi del 2018”.
L’esperienza del 2012 dà fiducia a tutto il clan Williams, anche in considerazione delle avversarie, fra le quali non spiccano alternative così valide. Spiega il “Mou” del tennis, bravissimo come quello del calcio nelle Pubbliche Relazioni: “Serena è famosa per i suoi ritorni, l’ultimo, sei anni fa, quando recuperò da un intervento chirurgico, per un problema di un grumo di sangue (una misteriosa embolia polmonare, ndr), non riuscì ad aggiudicarsi altri Slam per due anni e mezzo, ma poi finalmente è ripartita, a 30 anni, vincendone altri 10 e ritornando al numero 1, dov’è rimasta per tre anni e mezzo, il periodo più lungo del suo dominio”. E’ il momento di rilanciare ancora: ”Ha 36 anni, ha appena avuto un bambino, ha avuto altri problemi medici, è stata oltre un anno senza partite, questa sarà senza dubbio la sua sfida più grande. Ha estremo bisogno di tornare in campo, perciò ha programmato di giocare a Indian Wells e Miami, sulla strada del pieno recupero. E’ difficile non pensare a Serena vincente in qualsiasi torneo si iscriva, ma non sappiamo di quanto tempo avrà bisogno per tornare al suo livello e non dobbiamo metterle troppa pressione. Penso che sarà a posto per il Roland Garros”.
Come si fa ad essere una buona madre e insieme una grande campionessa di tennis? “Ora come ora, Serena ha altre priorità, ma Serena è Serena. Quando decide di fare qualcosa lo fa al meglio. Avere una mentalità da campioni non è una situazione è un’attitudine, è un tratto del carattere e rimarrà sempre tale. Non aveva bisogno di tornare al tennis, ma voleva farlo, voleva superare l’ennesimo record. E’ questo che la guida: stabilire il suo primato degli Slam, anche se sa che deve andare avanti passo dopo passo, perché la strada è lunga”.
Parola di Mou, il grande motivatore.
Vincenzo Martucci
(Tratto dal sito www.federtennis.it)