Fine settimana indimenticabile per lo sport croato al maschile. Fa festa tre volte sull’erba nel giro di poche ore: sabato, ai Mondiali di calcio in Russia, batte la Nigeria, domenica, in due finali tennistiche, prima ad Halle, Borna Coric stoppa a sorpresa Roger Federer sulla soglia del decimo titolo nel torneo tedesco, e quindi al Queen’s, Marin Cilic ferma il ritorno al successo Atp di Novak Djokovic, dopo quasi dodici mesi di oblio. Non si tratta di successi banali: Modric e compagni sfatano il cliché dei croati genio e sregolatezza e, dopo aver umiliato l’Argentina di Messi, volano in testa al girone, a punteggio pieno, Coric interrompe l’ennesimo travolgente e miracoloso ritorno alle gare del Magnifico, fra il successo di Stoccarda dopo 80 giorni di vacanza e Wimbledon alle porte, e Cilic conferma di essersi davvero tolto la scimmia dalla spalla, doppiando la prima vittoria contro il campione serbo di ottobre 2016 a Parigi Bercy, quand’aveva interrotto un’emorragia di addirittura 14 sconfitte a zero.
A 21 anni, Coric è il miglior prospetto giovane del tennis croato. Già campione agli Us Open under 18, e numero 1 del mondo di categoria, nel 2016 aveva eliminato Nadal al Masters 1000 di Cincinnati ma era stato stoppato da un’operazione al ginocchio e da qualche problema tecnico-tattico. Orgogliosissimo, gran lavoratore, desideroso di conquistarsi un posto importante alla tavola dei grandi, ha usato come trampolino le Next Gen ATP Finals di novembre a Milano coi migliori 8 under 21 del mondo per rimettersi totalmente in discussione come giocatore. E, su suggerimento del manager, il coach di Federer, Ivan Ljubicic, si è affidato all’esperto allenatore Riccardo Piatti alla nuova accademia di Bordighera, affiancandolo all’onnipresente coach itinerante Kristijan Schneider. Con l’intento dichiarato di cambiare pelle, sia nel tipo di gioco, più offensivo, che nel prototipo di giocatore, nato sulla terra rossa, ma valido su tutte le superfici. Così, quest’anno ha raggiunto le semifinali di Indian Wells, arrendendosi a Federer dopo aver condotto per una set ed un break. E questa settimana, ad Halle, ha dato un’altra lezione di erba e di umiltà e consistenza al numero 3 del mondo, Sascha Zverev, domando poi Roger Federer, dopo 20 successi di fila sul verde, e ributtandolo giù dal trono della classifica mondiale, a favore di Rafa Nadal.
Borna non è di certo un “erbivoro” – era entrato nel tradizionale prologo dei Championships con appena due successi sulla superficie in nove tornei – ma ha confermato i progressi al servizio, in generale, perdendo solo due volte la battuta nell’intero torneo, mettendo giù undici ace in finale e salvando tre palle-break su quattro contro Federer, e il pubblico tedesco tutto per lo svizzero. La personalità è una delle note distintive del ragazzo che, per aggiudicarsi il secondo titolo Atp dopo Marrakech 2017, ha salvato due set point sul 4-6 sotto del tie-break iniziale contro un mito del tennis come RogerExpress, contro il quale era 0-2 nei confronti diretti. Non altissimo (1.85), ma ottimo atleta, Coric raggiunge così la classifica record di 21 del mondo, da 34 che era lunedì.
Marin Cilic, il compagno di squadra della nazionale croata col quale il 14-16 settembre sfiderà gli Stati Uniti nel tabellone mondiale di Coppa Davis, è completamente diverso da lui, come età (29 anni), altezza (1.98), e tipologia di gioco, da gran battitore qual è. Da numero 6 del mondo, era favorito, sulla carta, nella finale del Queen’s contro l’ex ”cannibale”, Novak Djokovic, ma psicologicamente era sfavoritissimo contro il grande risponditore che l’aveva sempre fatto piangere, superandolo in agilità, varietà, furbizia e personalità. Per di più, perso per un soffio il primo set per 7-5, nel secondo parziale, sul 4-5, si è trovato con le spalle al muro, a fronteggiare un match point. L’ha cancellato con un ace al fulmicotone, s’è meritato il tie-break dove ha rimontato ancora il serbo in evidente, ma non definitiva ripresa, e poi si è imposto alla distanza, sprintando di fisico sul 3-3 dell’ultimo set, sulla scia di un formidabile passante di dritto da fuori campo. Un colpo “alla Djokovic”.
Un anno fa, nella finale del Queen’s, Cilic si era trovato nella stessa posizione di Novak, dopo che Feliciano Lopez, nel secondo set, gli aveva cancellato un match point con una memorabile volée e si era poi aggiudicato la partita al terzo set. Marin il tenace, che tanto ha lavorato sul suo tennis, migliorando il dritto e l’attitudine, firma così il titolo numero 18, con una cadenza di almeno uno l’anno da 11 anni di fila, e sale fino al numero 5 del mondo. Che non è record, perché a fine gennaio di quest’anno era 3, ma è una gran bella maniera per contribuire alla festa dello sport croato sull’erba di questo fine settimana. Fra Russia, Germania e Gran Bretagna.
Vincenzo Martucci
(tratto da federtennis.it)