E’ un’edizione particolare quella che domani pomeriggio si apre con le qualificazioni del martello per la squadra azzurra nello stadio olimpico di Berlino. Uno stadio grondante di storia, dove nei Giochi 1936 Jesse Owens umiliò con quattro medaglie d’oro l’ideologia razzista di Adolf Hitler, sino agli ancora splendenti primati mondiali di Usain Bolt (9”58 sui 100 e 19”19 sui 200) nella rassegna iridata del 2009.
I Campionati Europei hanno perso molto smalto dall’avvento (1983) dei Mondiali perché l’atletica, come normale per una disciplina di frontiera, è stata la prima a vivere una vera globalizzazione. Quanti ricordano i primati continentali? Pochi, perché ormai da oltre trent’anni l’unico vero riferimento è il mondo, quello che si ritrova di fronte tre anni su quattro fra Olimpiadi e rassegne iridate. E anche il movimento è decaduto. Per capirlo basta guardare le liste mondiali, soprattutto nelle gare di corsa, dove gli atleti del Vecchio Continente sono diventati gemme rare. Agli Europei è naturalmente più facile raccogliere gloria, salvo poi essere subito ridimensionati a livello assoluto.
Ma per l’Italia questo di Berlino è comunque un appuntamento rilevante. Negli ultimi anni abbiamo vissuto un crollo continuo. Qualche sporadico acuto, ma sempre annegato dalle delusioni davanti alle prestazioni di atleti che non parevano degni di partecipare a manifestazioni di tale livello, ad eliminazioni scioccanti, quasi a depauperare la maglia azzurra di quel valore che si era cucito nella storia precedente. Ora abbiamo in squadra campioncini che ci fanno sognare. Ma ciò che più conterà alla fine domenica 12 agosto sarà trovare davvero le tracce di un movimento capace di rinascere, di vedere ragazzi crescere, buttare l’anima per un piazzamento migliore, riprendere a credere nel valore immenso di quella benedetta maglia azzurra.
TORTU Certo gli occhi di tutti saranno tutti su Filippo Tortu che si giocherà i suoi 100 metri nello spazio di meno di tre ore nella serata di martedì 7 agosto. Una medaglia parrebbe un giusto premio ad una crescita straordinaria, ma sarà tutt’altro che facile conquistarla. Nelle liste stagionali lo precedono il francese Jimmy Vicaut (9”91) ed il britannico Zharnel Hughes (9”93), ma c’è un altro atleta di colore che dovrà tenere d’occhio, il mercenario Jak Harvey, giamaicano che per un bel pacco di dollari ora veste la maglia della Turchia. Il 9”99 dell’azzurro ha un grande valore al di là del muro abbattuto (-10”) e del limite sottratto a Mennea. Deve confermarlo e ne ha le possibilità. Ma la verifica più importante sarà la sua tenuta nervosa in questa gara da pistoleri: tenere, non sbagliare partenza (il suo punto per ora debole), conservare sempre quel viso rilassato che finisce per spaventare gli avversari. Filippo ha solo 20 anni e la sua storia in mano. Il primo vero grande esame continua ad essere per lui l’Olimpiade di Tokyo 2020, ma raccogliere per strada sarebbe sicuramente motivante.
VALLORTIGARA I 2 metri e 2 centimetri che la 26enne altista veneta ha superato pochi giorni fa a Londra è stata una sferzata per tutto il movimento azzurro. Nel salto in alto, diceva la croata Vlasic, non conta tanto la miglior misura che superi, ma la media delle prestazioni che sai esprimere. Su questo fronte Elena Vallortigara pare già una garanzia considerando il continuo crescendo di questa stagione. Due metri sono sempre un’impresa, ma per l’azzurra sembrano ancora possibili. In pedana avrà vita durissima, non solo per la quasi imbattibile russa Mariya Lasitskene, ma anche per la bulgara Demireva, la belga Thiam, l’ucraina Levchenko e la britannica Lake. Fuori dai giochi appare purtroppo Alessia Trost che non riesce più a trovare se stessa.
PALMISANO La piccola e tenace pugliese potrebbe invece portarci una medaglia nella marcia. Il caldo di questi giorni, se continuerà, sarà suo alleato in una gara come la 20 km dove un’alta temperatura può portare ad esplosioni mitiche. La squalifica delle atlete russe aiuta Antonella ma la concorrenza è lo stesso forte e sarà importante anche l’atteggiamento delle giurie per definire una gara che per la sua lunghezza è sempre una lunga storia tutta da raccontare.
ALTRE SPERANZE La prima è più grande la vivremo con il 22enne Yeme Crippa nel mezzofondo prolungato. Il giovane azzurro non ha per ora tempi eccezionali, ma può contare sulla velocità nel finale, fondamentale in gare tattiche come quelle di campionati. Non ci saranno lepri a drogare il cronometro, è necessario rimanere lucidi per infilarsi nell’azione decisiva che non spetterà a lui lanciare. Sentimentalmente sarebbe bello vivere l’exploit di Gianmarco Tamberi nell’alto maschile. Con la rinuncia dei due più forti, il qatarino Barshim (infortunio) e del russo Lysenko (mancanze nella reperibilità antidoping) il campo si apre di molto. Ma l’azzurro in questa stagione non è riuscito a fare meglio di 2.27, pochino per aspirare al podio, ma Gianmarco ha grandi qualità agonistiche e chissà che nello scenario dello stadio di Berlino non si esalti battendo le paure inconsce che ancora lo zavorrano. Altre frecce nell’arco potrebbero essere Donato nel triplo, la Grenot nei 400, anche se per aspirare al podio dovrà abbassare di almeno un secondo il suo 51”32 stagionale, e Re nei 400. Poi c’è il capitolo staffette. Speranze nella 4×100 maschile dove oltre a Tortu schiereremo anche Jacobs e la 4×400 maschile, dove per la prima volta nella nostra storia potremo schierare 4 atleti che in stagione hanno corso sotto i 46 secondi.
STELLE La rassegna europea comunque potrà contare, soprattutto nei lanci, di stelle di valore assoluto. Ma sarà bello vedere in azione i tre pargoli della famiglia norvegese Ingebrigtsen, dal più giovane Jacob (18 anni) che sulla sua strada potrebbe trovare nei 1500 il fratello Filip (25), sino a Henrik (27) sulle distanze più lunghe. E poi un altro norvegese, Karsten Warlholm nei 400 hs, l’unico bianco in grado di sfidare il mondo di colore. Spettacolare sarà l’asta con la sfida fra il giovane svedese Dupolantis (18anni) ed il re di tante stagioni, il francese Lavillenie. Quindi il russo Shubenkov nei 110 hs ed il portoghese Pichardo nel triplo. Sediamoci sul divano e godiamoci lo spettacolo. Forse qualche nostro giovane ci sorprenderà.
Pierangelo Molinaro