E’ la Juventus più forte di sempre ? Probabile. La Juventus è la squadra italiana più forte di tutti i tempi ? Possibile. Domande inevitabili, alle quali proveremo a dare una risposta. Ma è necessaria una premessa, anzi due: si tratta soltanto di opinioni, che cercheremo di suffragare con dati certi, e comunque molto dipenderà da come si concluderà la stagione. E poi una squadra è il prodotto di una chimica particolare, composta di molti elementi. Se si comprano le figurine migliori dell’album Panini, si usava dire una volta, non è detto che ne esca una squadra vincente. Traduzione: 11 campioni quasi mai fanno una squadra, per un sacco di motivi. In compenso nelle grandi squadre del passato spesso sono risultati fondamentali giocatori “normali” che servivano a dare equilibrio tattico: Lodetti nel Milan di Rivera, Bedin o Tagnin nell’Inter di Herrera, Colombo nel Milan di Sacchi, Bagni nel Napoli di Maradona. Allora cominciamo col dire che i sette campionati di fila vinti dai bianconeri sono già una sentenza definitiva, perché nessuno prima d’ora c’era riuscito e perché uguagliare o addirittura migliorare questo record è un’impresa ai confini della realtà.
Ma naturalmente sostenere che la Juventus di questa stagione sia la più forte di sempre è tutto un altro discorso. E allora proviamo a paragonarla con la formazione della Juventus campione d’Italia nella stagione 1976/77 che schierava gente del calibro di Zoff, Gentile, Spinosi, Scirea, Cabrini, Tardelli, Furino, Benetti, Bettega e Boninsegna e in panchina, per la prima volta, Giovanni Trapattoni. Quella squadra vinse il suo diciassettesimo scudetto in volata, alla quota record di 51 punti, precedendo di una sola lunghezza i campioni uscenti del Torino. Quella Juve vinse anche la sua prima competizione europea, battendo nella finale della Coppa Uefa l’Athletic Bilbao. Un’altra Juventus formidabile, almeno sulla carta, è quella della stagione 1982/83, che poteva contare su sei giocatori reduci dal trionfale Mondiale di Spagna (Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli e Paolo Rossi), ai quali furono aggiunti nel mercato estivo due fuoriclasse del calibro di Michel Platini e Zibì Boniek. Sembrava non ci fossero avversari in grado di impensierire quella corazzata, che invece fallì la corsa allo scudetto, vinto dalla Roma di Falcao con quattro punti di vantaggio sui bianconeri. La Juve si presentò favoritissima anche ad Atene alla finale di Coppa dei Campioni, ma incredibilmente uscì sconfitta dall’Amburgo, che sembrava una vittima designata e invece alzò il trofeo grazie a un gol Felix Magath.
Paradossalmente la Juventus più vicina a quella attuale è quella dei due scudetti revocati da Calciopoli: in quella squadra allenata da Fabio Capello giocavano Buffon, Thuram, Cannavaro, Chiellini, Zambrotta, Camoranesi, Vieira, Nedved, Ibrahimovic, Trezeguet, Del Piero. Vale a dire uno zoccolo duro di italiani che sarebbero diventati campioni del mondo a Berlino, più alcuni campioni stranieri in grado di fare la differenza in qualsiasi partita. Insomma, quella Juve non aveva davvero bisogno di favori per vincere il campionato, ma è stato tutto cancellato dalla Giustizia Sportiva. Nessuna di queste tre grandi Juventus sembra però reggere il confronto con quella attuale. Allegri ha a disposizione un organico da leccarsi i baffi: un portiere di altissimo livello come Szczesny, due difensori centrali di sicuro affidamento come Bonucci e Chiellini (dei quali Josè Mourinho ha detto che dovrebbero avere una cattedra ad Harvard per insegnare come si difende), due esterni di qualità come Cancelo e Alex Sandro, a centrocampo Pjanic, Bentancur, Khedira, Emre Can, Matuidi, in attacco Cristiano Ronaldo, cioè il miglior giocatore del mondo, Mandzukic, Dybala, Douglas Costa, Cuadrado, Bernardeschi. E avanzano ancora Perin, Benatia, Rugani, Spinazzola, De Sciglio, Barzagli. Quando Allegri si gira e guarda la panchina, ha disposizione soluzioni che nessun altro suo collega può sognarsi di avere.
In altre parole il tecnico bianconero ha due formazioni entrambe molto competitive, al punto che se potessero giocare lo stesso campionato, una lo vincerebbe e l’altra lotterebbe per entrare in zona Champions League. Insomma, mai nessuna Juve del passato ha potuto contare su un organico così ricco di talento, esperienza e qualità. E veniamo al secondo quesito, se cioè questa sia miglior squadra mai schierata nel nostro campionato. Quali sono i termini di paragone che prendiamo in esame per emettere il verdetto (fermo restando che è sempre molto difficile, forse addirittura sbagliato, confrontare squadre e atleti di epoche diverse) ? Cominciamo da un derby, dal Grande Torino capace di conquistare cinque scudetti consecutivi tra il 1943 e il 1949, con l’intervallo due di campionati non disputati a causa della Seconda Guerra Mondiale. Era il Torino di Bacigalupo, Valentino Mazzola, Gabetto, Loik, Maroso, Ossola, Ballarin, una squadra fantastica, inarrivabile che incantava il mondo con il suo calcio. Una squadra infinita, che avrebbe vinto per chissà quanto tempo ancora se l’aereo che la riportava a Torino dopo un’amichevole a Lisbona non si fosse schiantato alle spalle la Basilica di Superga, mettendo tragicamente fine a un’epopea indimenticabile.
Un’altra squadra formidabile è l’Inter di Helenio Herrera, capace di conquistare tre scudetti su quattro e due Coppe dei Campioni dal 1963 al 1966. Giocava un calcio basato su una difesa di ferro con Burgnich, Guarneri e Picchi che non abbandonavano mai la propria area, Facchetti fluidificante a sinistra, e su un contropiede chirurgico aperto da lanci precisi di Suarez per Jair, Sandro Mazzola e Peirò. Inevitabile anche il confronto col Napoli di Maradona, capace di vincere due campionati nell’87 e nel ’90. Quella squadra era costruita intorno sulle straordinarie invenzioni del miglior giocatore dell’epoca, se non di sempre, la cui personalità aveva contribuito a far lievitare il rendimento di giocatori “normali”, che in altre squadre non avrebbero fatto la differenza, mentre la facevano in quel Napoli. In quegli anni nasceva anche il Milan di Arrigo Sacchi, quello del trio olandese Rjikard, Gullit e Van Basten, una squadra fantastica che Silvio Berlusconi aveva voluto vincente, ma soprattutto spettacolare. Secondo alcuni, nessuno riuscì mai a raggiungere i livelli di quel Milan.
Ma forse il Barcellona di Messi è riuscito a far di meglio. Questione di gusti. Eppure quella perfetta macchina da gol costruita da Arrigo Sacchi vinse un solo scudetto nel 1988 in rimonta sul Napoli, mentre alzò per due volte la Coppa dei Campioni (allora si chiamava così perché la disputavano soltanto le squadre vincitrici dei rispettivi campionati), confermando una vocazione internazionale. Quando Sacchi lasciò il Milan per andare ad allenare la Nazionale, al Milan arrivò Fabio Capello che vinse tre scudetti consecutivi e una Champions League nel triennio 1992-1994. Di quel periodo rimane un primato probabilmente imbattibile di 58 partite senza sconfitte, un record durato quasi due anni, dal 26 maggio 1991 al 21 marzo 1993. Ma quella che forse si è avvicinata di più a questa Juventus è stata l’Inter, capace di conquistare cinque scudetti consecutivi tra il 2006 e il 2010 prima con Mancini in panchina e poi con Mourinho. In realtà bisogna spiegare alcune cose. Il primo titolo fu assegnato dal Commissario Straordinario della Federcalcio Guido Rossi in seguito alla revoca di due scudetti della Juventus a causa del processo per lo scandalo di Calciopoli. Una decisione discutibile quella di Rossi, ex consigliere d’amministrazione dell’Inter, perché non necessaria. Sarebbe stato sufficiente scrivere sull’albo d’oro “scudetto revocato”, come avvenne per quello del 2005. Sta di fatto che i nerazzurri approfittarono della diaspora di alcuni giocatori juventini come Ibrahimovic e Vieira, che non accettarono di scendere in serie B, al contrario di Del Piero, Buffon, Nedved, e andarono a rafforzare la squadra di Mancini. Ma il capolavoro fu quello realizzato nel 2010 da Josè Mourinho, l’anno del Triplete con scudetto, Champions League e Coppa Italia, impresa senza precedenti nel nostro calcio. Quindi al tirar delle somme, possiamo dire che questa Juventus sia la squadra italiana più forte di sempre ? E’ un verdetto che potremo emettere soltanto se il 1° giugno la Juventus solleverà a Madrid la Champions League, dopo aver conquistato l’ottavo scudetto consecutivo.
Se così sarà – ma la strada è ancora lunga e piena di trappole e i tifosi juventini sono autorizzati a toccare ferro – la Juve entrerà nella leggenda, anche perchè Cristiano Ronaldo diventerebbe il primo calciatore a vincere la coppa dalle grandi orecchie per quattro anni di fila. Fino ad allora dovremo accontentarci di dire che questa Juventus è probabilmente la squadra italiana con il miglior organico di sempre. Ma nello sport a fare la differenza sono sempre i trofei conquistati. E non è un dettaglio secondario.
Daniele Garbo