Il 7 Novembre 1944 nasce a Leggiuno, provincia di Varese, Gigi Riva. “Rombo di Tuono” è stato uno dei più forti attaccanti italiani dall’ultimo dopoguerra: dotato di un fisico straordinario e di un sinistro preciso e potente, forse il più potente che si ricordi (un giorno in allenamento spezzò il braccio a un ragazzo), Gigi Riva ha legato il suo nome in modo indissolubile al Cagliari rifiutando, per una scelta di vita, le offerte allora milionarie dei grandi club del nord. Con i rossoblù del Cagliari è diventato una leggenda segnando 156 reti in serie A in 289 gare conquistando lo storico scudetto del 1970, il primo vinto da una città per così dire di provincia e laureandosi per tre volte capocannoniere (1967, 1969 e 1970).
In Nazionale esordisce poco più che ventenne sotto la guida di Fabbri ma è lo stesso commissario tecnico che lo tradisce escludendolo dalla rosa dei convocati per i Mondiali del 1966. Riva si rifarà quattro anni dopo portando l’Italia in finale grazie alla doppietta segnata al Messico nei quarti e alla momentanea rete del 3-2 nella semifinale storica con la Germania Ovest. In finale delude un po’ come forse tutta la squadra. Campione d’Europa nel 1968 gioca la sua ultima gara ai Mondiali del 1974 contro l’Argentina, quattro giorni dopo aver segnato il 35° e ultimo gol in azzurro contro i caraibici di Haiti.
È questo forse il record che lo ha fatto entrare nella leggenda del calcio italiano: le sue 35 reti in appena 42 gare gli permettono di sorpassare i mitici Meazza e Piola, resistendonel tempo agli attacchi portati a turno da Baggio e compagni. Proprio con la maglia azzurra Riva subisce due gravissimi incidenti che avrebbero posto fine alla carriera di molti altri calciatori: il 27 marzo del 1967 si rompe il perone sinistro in Italia-Portogallo e il 31 ottobre del 1970 si rompe il perone destro in Italia-Austria.