In questo periodo partono le maggiori regate transatlantiche, la Route du Rhum, la Arc, la Rorc transatlantic, la prima con partenza da St. Malò, le altre da Lanzarote di fronte alle coste del Marocco. Il problema è che per andare al caldo bisogna partire da posti in cui le condizioni peggiorano e novembre, si sa, può essere mese difficile per la meteo, sia che si debba attraversare il golfo di Biscaglia a nord, sia il golfo del Leone nel Mediterraneo. Ed entrambe possono essere difficili e motivo di ritiri.
È successo anche quest’anno dove la flotta della Route su Rhum è stata decimata dopo una tempesta dove il vento ha raggiunto i 50 nodi e le onde 6/7 metri di altezza, ed è successo in passato con la tragedia del Parsifal colpito da una tempesta alle Baleari.
Le barche di oggi sono oggetti molto sofisticati con una quantità di elettronica impensabile anche solo dieci anni fa e per questo motivo sono più delicate ma allo stesso tempo dipendenti dall’elettronica per le performance, lo studio della meteo, e nel caso delle barche più grandi, per il loro stesso funzionamento. E’ questo il motivo per cui Mura si è dovuto ritirare ed altrettanto ho fatto io durante la passata edizione della Caribbean 600 per un black out degli strumenti con il 72 Proteus.
C’è anche da dire che le barche moderne, per essere più veloci, devono essere sempre più leggere e più piatte e questa cosa le rende vulnerabili in condizioni estreme. Anche per questo motivo sarebbe stato saggio da parte degli organizzatori della Rotta del Rum di rinviare la partenza di quattro-cinque giorni ed avere la flotta integra, invece di avere metà della flotta ritirata ed estendere ora il tempo di arrivo di cinque giorni.
Per quanto mi riguarda, adesso sono in trasferimento con il My Song ed ho appena attraversato il Golfo del Leone in condizioni dure ma non proibitive ma il Mediterraneo così come il Mar Baltico può essere insidioso per lo stato del mare che è più ripido, ovvero onde corte e alte che non lasciano la possibilità di evitarle e nel peggiore dei casi anche incrociate per differenti sistemi meteo a breve distanza l’uno dall’altro.
Insomma, per farla breve, il caldo dei Caraibi bisogna guadagnarselo e spesso il pagamento va fatto anticipato. Però ne vale la pena.
Tommaso Chieffi