Nasce a Glasgow in Scozia, Alex Ferguson, l’allenatore più vincente nella storia del calcio. Con 48 trofei vinti – 10 con l’Aberdeen e 38 con il Manchester United – in 33 anni vissuti in panchina ai bordi del campo, il ragazzo qualunque della periferia di Glasgow, permeato di povertà ma anche di entusiasmo e di illusioni, ha stracciato tutti i Mister stellati del pianeta: da Valerij Lobanovsky a Ottmar Hitzfeld, da Giovanni Trapattoni a José Mourinho, da Sven Göran Eriksson a Josep Guardiola.
Dopo essere stato un discreto attaccante, capocannoniere del campionato scozzese nel 1966 con 31 centri, decide di diventare allenatore portando alla promozione la modesta compagine del St. Mirren. Nel 1978 passa all’Aberdeen, con il sogno di spezzare il tradizionale duopolio Celtic-Rangers. Vince 3 Campionati, 4 Coppe nazionali e una Coppa di legama più che altro trascina la squadra a una clamorosa vittoria sul Real Madrid nella finale di Coppa delle Coppe, trionfando poi anche nella Supercoppa europea.
Nel 1986, dopo aver guidato simultaneamente sia l’Aberdeen sia la nazionale scozzese, decide di accettare l’allettante offerta del Manchester United che intende affidargli il compito di ricostruire la squadra e portarla ai vertici del calcio britannico ed europeo.
È un progetto a lunga scadenza che si rivelerà vincente più di ogni rosea aspettativa. Ferguson prende in mano la squadra il 6 novembre 1986 e la allenerà per oltre 26 anni indossando i panni di allenatore, padre, padrone, psicologo, tattico, talent scout, pensatore e innovatore di una squadra potente, veloce, testarda e mai doma come lo sono i Red Devils quando segnano 2 reti nei minuti di recupero nella finale di Champions League 1999, vinta a Barcellona sull’incredulo Bayern di Monaco. Sir Alex Ferguson è il monumento per eccellenza del calcio britannico, come la statua eretta in suo onore davanti all’ingresso dell’Old Trafford.