Nasce a Milano Antonio Maspes, artista del “surplace” e re della velocità su pista. Nel suo palmares ci sono 7 titoli mondiali, il primo dei quali conquistato allo storico Vigorelli di Milano nel 1955; seguono i successi di Copenaghen (1956) e, dopo un periodo di crisi, quelli di Amsterdam (1959), Lipsia (1960), Zurigo (1961), Milano (1962) e Parigi (1964).
Antonio nasce in una famiglia benestante che possiede una grande lavanderia. Ama le moto e la velocità, e questo lo fa avvicinare alla bici. Ha un fisico massiccio (73 kg per 173 cm) che esplode negli attimi fuggenti di una volata. Passa al professionismo nel 1952 e da subito si fa notare come un pistard completo. Il primo titolo iridato è del 1955: nei quarti batte l’irlandese Derkens, il favorito, dopo un interminabile surplace di 32 minuti e in finale umilia lo svizzero Plattner. L’anno successivo si conferma superando l’inglese Harris. In Italia è famosissimo e lui si lascia andare a una vita non proprio monacale. Il quarto posto ai mondiali del 1957 e il terzo nel 1958 lo condannano verso l‘inesorabile declino. Ora l’astro nascente è Michel Rousseau, un francese tutto muscoli e poca tattica. Ma Maspes torna improvvisamente grande e batte Rousseau nella finale del 1959. Si ripete anche nel 1960 e nel 1961 con un capolavoro tattico; l’azzurro piazza un surplace di 25 minuti che fa perdere la testa al francese. Al limite della sopportazione, Rousseau decide di sorprendere Maspes con uno scatto, ma l’azzurro reagisce immediatamente accorgendosi della mossa dell’avversario da un’ombra riflettuta sul cinturino metallico del suo orologio. E il quinto titolo diventa una formalità. L’ultimo grande duello è con il connazionale Sante Gaiardoni, eroe dei Giochi di Roma. Maspes lo batte in finale al Vigorelli nel 1962. Poi a Parigi 1964 arriva il settimo sigillo. Dal 19 maggio 2000 riposa nel Famedio del Cimitero monumentale di Milano.