Quale droga dà più dipendenza? Il gioco, le scommesse. Peggio: le scommesse sul gioco. Peggio ancora: le scommesse sul gioco del calcio. Uno studio condotto dal dottor Darragh McGee dell’Università di Bath ha evidenziato addirittura che l’inarrestabile coinvolgimento delle società di scommesse nel calcio ha portato un’intera generazione di giovani ad identificare la passione per il calcio con quella per il gioco d’azzardo, portando a “conseguenze disastrose”.
In Gran Bretagna la liberalizzazione delle scommesse del 2005 combinata con la grande facilità delle puntate via smartphone, ha trasformato la visione del calcio in una scommessa continua.
Lo studio, durato due anni, su tifosi di calcio di 18-35, delle zone di Bristol and Derry, ha portato all’ammissione degli stessi soggetti di non essere più capaci di guardare una partite di calcio senza abbinarla a qualche scommessa, sfruttando i più conti di scommesse on line, e di non parlare più di tattica e tecnica, ma di scommesse.
L’esca alla quale molti abboccano è quella delle “puntate gratis” che porta a perdere il reale valore delle somme giocate, anche per via dell’automatismo della puntata attraverso il cellulare e non recandosi più fisicamente nelle agenzie di scommesse.
In una escalation tanto impressionante quanto la dichiarazione di un intervistato: “L’eccitazione del gioco d’azzardo col calcio è al top, con sesso, droga rock’n’roll. Anzi, proprio per questo è la peggiore forma di dipendenza”. Anche perché non si ferma alla scommessa sul risultato, ma si allarga addirittura al numero di calci d’angolo, di sostituzioni e di ammonizioni, si allarga anche a 40 siti di scommesse diverse, e immette nell’ancor più pericoloso canale dei prestiti a usura, dopo essere finiti nella lista nera delle banche ed aver distrutto i rapporti familiari. Fino al punto di arrivare al suicidio. Tanto da stabilire un triste primato in alcune zone dell’Irlanda del Nord.
Le scommesse on line incidono fortemente sulle menti e quindi sulle personalità dei più giovani. ”In particolare, quelli in cerca di lavoro si illudono di trovare una via alternativa alla ricchezza, al capitale sociale e all’affermazione maschile, mentre la maggior parte di loro finisce intrappolata in un ciclo di indebitamento”, spiega il dottor McGee. Che ha condiviso le sue scoperte dopo che le principali società di scommesse online rappresentate dalla Remote Gambling Association hanno annunciato che avrebbero volontariamente interrotto la pubblicità televisiva “whistle-to-whistle” durante la trasmissione di eventi sportivi, fatta eccezione per le corse di cavalli.
Tale misura è stata proposta dal partito laburista come parte di un pacchetto di riforme, col un prelievo dell’1% – dieci volte l’attuale 0,1% – per finanziare la ricerca e il trattamento per la dipendenza dal gioco.
Anche se, più che nella volontaria rinuncia, la soluzione sta nell’educazione delle generazioni più giovani contro i pericoli delle scommesse, dettati anche dalla estrema visibilità delle società specializzate e dall’aver avuto mano libera per così tanto tempo. I partecipanti alla ricerca hanno infatti affermato che, una volta registrati ai conti e alle app delle scommesse, i suggerimenti costanti durante le partite e le offerte, in particolare quelle “gratuite” o abbinate, costituiscono forti e spesso irresistibili incoraggiamenti a scommettere. Come rappresentano un richiamo continuo le sponsorizzazioni di società di scommesse sulle magliette di ben 17 delle 24 squadre della Premier League.
E gli spot pubblicitari che, secondo uno studio della Goldsmiths University sono presenti in video in una percentuale che varia dal 71 all’89% del tempo durante le partite.
I dati sono sconvolgenti. Secondo la Commissione Scommesse, dall’aprile 2017 al marzo 2018, in Gran Bretagna la gente ha perso 14.4 miliardi di sterline, più dei 13.8 miliardi dell’anno prima: 5.3 on line, +12.8% rispetto ai dodici mesi precedenti. Come ha raccontato un 27enne di Derry esaminato nello studio: “Le scommesse hanno rovinato lo sport perché non puoi fare a meno di guardare la partita senza pensare: “Avrei potuto puntare cinque sterline sul primo gol”. Non ti godi più lo spettacolo. Nessuno di noi ci riesce, senza aver puntato qualche sterlina. Quand’ero più giovane, non vedevo l’ora di tornare a casa da scuola per guardare il Man United in Champions League il martedì, era la cosa più importante della settimana, l’aspettavo tutto il giorno, ci pensavo continuamente, e alle 7 mi sedevo sul divano, e restavo incollato davanti alla tv in attesa della musica della Coppa. Ora mi siedo pensando su che cosa devo puntare o chiedendo agli altri quali sono le puntate più intelligenti. A volte, finisco per scommettere contro lo United solo per renderlo interessante! Non riesco a ricordare l’ultima volta che ho visto una partita come un vero tifoso, senza scommettere”.