Muore a Firenze, a un mese esatto dal suo 50° compleanno, Gastone Nencini, popolare ciclista italiano degli anni Cinquanta. Grande combattente, tanto da meritare il soprannome di “leone del Mugello”, si mette in evidenza per le sue doti di scalatore e soprattutto di eccezionale discesista, in un periodo storico dominato da campionissimi come Fausto Coppi, Louison Bobet e Jacques Anquetil.
Ma, nonostante la concorrenza, si fa largo nella leggenda del ciclismo per aver dominato il Giro d’Italia (1957), il Tour de France (1960) e le rispettive classifiche del GP della Montagna, cioè la conquista della maglia verde al Giro (1955) e la maglia a pois al Tour (1957); impresa titanica riuscita solo ad altri 4: Gino Bartali, Fausto Coppi, Charly Gaul ed Eddy Merckx.
Al Giro del 1955 sta per centrare la vittoria finale quando, in maglia rosa, il penultimo giorno nella Trento-San Pellegrino, incappa in una foratura e viene sorpreso dalla fuga di Coppi e Magni che consente a quest’ultimo di vincere il Giro per la terza volta. Due anni dopo si aggiudica il Giro con una fuga che sorprende il favorito Charly Gaul in maglia rosa, fermatosi imprudentemente per fare un bisogno fisiologico. In quell’occasione stabilisce la media record del Giro (37,488), migliorata solo 28 anni dopo da Beppe Saronni.
Si conferma di valore mondiale vincendo nel 1960 il Tour de France segnato dalla tragica caduta di Roger Riviere. Il suo è un dominio incontrastato e alla fine precede di oltre 5 minuti il connazionale Graziano Battistini.
Ha vestito per sei volte la maglia azzurra e il suo Mondiale più bello fu quello del 1958 quando guidò alla vittoria finale il compagno e capitano Ercole Baldini. Nelle corse di un giorno si è imposto nella Tre Valli Varesine del 1956, in 8 tappe al Giro e in 4 tappe al Tour. Nelle grandi classiche del Nord invece non ha mai fatto meglio del secondo posto nel Campionato di Zurigo del 1964.