Come ogni anno, per lavoro ma anche per il mio piacere, vado a Tarbes sui Pirenei per il torneo Les Petits As, vero campionato mondiale a livello under 14. Da qui sono passati quasi tutti i giocatori e le giocatrici che oggi sono ai vertici soprattutto gli europei. L’albo d’oro è impressionante ma ancor di più l’elenco dei partecipanti a riprova che non esiste una regola per avere successo: ci sta chi vince da giovane e diventa un fenomeno e chi non vince ma lo diventa lo stesso; l’importante è giocare per il futuro migliorare e mettere le fondamenta: chi si allena solo per vincere da piccolo magari vi riesce ma poi fatalmente si ferma. Rafa Nadal e Martina Hingis, per prendere due a caso, hanno vinto qui ma Roger Federer e Vita Azarenka, per prenderne altri due a caso, hanno perso subito o quasi, ma tutti sono stati numero 1 del mondo. Negli anni, nonostante i troppi tornei che si accavallano ad ogni livello, Tarbes si conferma una pietra miliare nonostante la assurdità di avere il torneo under 14 più importante del mondo ad inizio e non a fine stagione. Ogni giorno, dalle 2000 alle 5000 persone affollano gli 8 campi coperti dove si gioca il torneo ed il martedì sera, tradizionale data di presentazione delle squadre, il palazzetto è stracolmo.
Tutta la città “sente” suo l’evento, gli sponsor sono prestigiosi, l’Equipe, il quotidiano francese di sport, ha un suo giornalista inviato per tutto il torneo: purtroppo la differenza di cultura sportiva tra noi e i francesi è enorme Tarbes ha degli impianti stupendi, ovviamente pubblici, ben tenuti e frequentatissimi: con circa 40000 abitanti, dispone di una discreta squadra di rugby, una molto forte di basket femminile e, nonostante la vicinanza di Pau, che ha un centro di allenamento ed un ippodromo fantastico, anche Tarbes ha un impianto per le corse dei cavalli molto carino. Per la mia gioia: dopo la Roma – la Roma non il calcio -, tennis e galoppo (non il trotto) sono i miei sport preferiti! Quest’anno Les Petits As ha avuto un livello ottimo, col trionfo della Repubblica Ceca, mia seconda patria che si è portata via entrambi i titoli di singolare, con Vojcec Petr, tra i maschi, lottatore incredibile, outsider già sviluppato fisicamente che in tutto il torneo sarà stato in campo 15 (!) ore e con la strafavorita, Linda Fruhvirtova, che invece che invece ha perso 12 games in tutto il torneo e si è portata a casa anche il doppio con la sorellina Brenda, 12 anni ancora da compiere, e una testa e una grinta incredibile. Tra i ragazzi, mi hanno colpito lo statunitense Cooper Williams – davvero meraviglioso da vedere – con famiglia di tennisti.
Non lo sapete, ma ci sono due altre sorelle Williams, appunto, le sorelle di Cooper che giocano a livello di under 16/18, col padre che ha giocato a buoni livelli mentre la madre, che era presente a Tarbes, è stata una giocatrice di basket. Anche il russo Yaroslav Demin mi è piaciuto tantissimo a conferma che Ugo Colombini ha un occhio fantastico e mi fermo qui, altrimenti devo fare un elenco noioso di ragazzi che hanno potenzialità. E sono tanti. Tra le ragazze che, essendo in genere più precoci fanno vedere di più, sono impazzito per la russa Gureva: bellissima, con due gambe infinite, questa ragazza gioca facile non fa fatica ha personalità, lotta e ha tanti margini di miglioramento. Mi ha trasmesso la stessa impressione che avevo avuto a Sanremo quando ho visto Daniela Hantuchova giocare per la prima volta a 14 anni. Deve lavorare, velocizzarsi, ma se trova un buon coach – cosa che ormai è purtroppo come vincere un terno al lotto – può veramente essere importante, nel tennis. Gli Italiani non hanno fatto vedere granché, onestamente, ma non vuol dire. Le potenzialità le hanno, se lavorano bene, le dimostreranno in seguito.
Concludo dicendo che ho rivisto Justine Henin e mi ha fatto molto piacere: oggi è presidente di un fondo che aiuta i giovani giocatori di tennis. Nel suo caso, la finalista la belga Costulas. La nota dolente è che i ragazzi, in modo particolare gli europei, sono troppo viziati. Per colpa anche nostra, nel senso di agenti ma anche delle ditte: la quantità di materiale e di servizi che danno ai ragazzi è a dir poco esagerata. Ovvio, che si sentano chissà chi. Inoltre il servilismo della maggior parte dei coach è patetico: sembrano più badanti che maestri. Per fortuna qualcuno vecchio stampo esiste ancora… Comunque, un appassionato di tennis a Tarbes una volta nella vita deve andare: oltretutto se siete religiosi, Lourdes è lontana appena 20 km, se non lo siete, i Pirenei sono stupendi, e sono lì alle spalle dell’impianto!
Fabio Della Vida