Dopo aver annunciato il ritiro a seguito della positività all’Hiv, Magic Johnson gioca la sua unica gara della stagione nell’All Star Game trascinando l’Ovest alla vittoria sull’Est per 153-113. La sua è una prestazione che emoziona e stupisce i 14 mila spettatori accorsi alla Orlando Arena: 25 punti e 9 assist gli permettono di vincere, per la seconda volta, il premio riservato al miglior giocatore dell’All Star game. Storici i due tiri da tre punti scagliati negli ultimi minuti del match in faccia a Michael Jordan il primo e a Isiah Thomas il secondo.
Leggenda vivente del basket Nba, Magic Johnson ha interpretato come nessun altro al mondo il ruolo chiave del playmaker: è stato un uomo-assist fuori dal comune, capace di invenzioni e di acrobazie difficilmente eseguibili o solo pensabili.
Si guadagna l’appellativo di Magic già al liceo durante una partita della sua Everett High School di Lansing in cui piazza 36 punti, 18 rimbalzi e 16 assist. Poi passa alla Michigan State University e da lì inizia la lunga e interminabile rivalità con Larry Bird che ha caratterizzato un’epoca irripetibile. Dopo aver vinto il titolo Ncaa sconfiggendo in finale l’Indiana University di Larry Bird, Magic Johnson, prima scelta assoluta nel draft del 1979, viene scelto dai Los Angeles Lakers che lo impiegano addirittura come pivot per l’infortunio di Kareem Abdul Jabbar. Il titolo Nba arriva subito, il primo di una lunga serie che faranno del Lakers la squadra spettacolo dell’Nba degli anni Ottanta.
Magic Johanson ha vinto 5 campionati Nba, per 3 volte è stato giudicato il miglior giocatore del campionato e per 3 volte il migliore delle finali. Per 9 anni di fila è stato inserito nell’ideale quintetto base dell’Nba, per 12 volte ha partecipato all’All star game vincendo per due volte il premio riservato al miglior giocatore. Con la nazionale statunitense ha vinto l’oro a Barcellona 1992 guidando il fantastico Dream Team.